La soluzione di Salvini per il rimpatrio dei migranti: «Facciamo i Cie chiusi»

06/06/2018 di Redazione

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha un grande problema. In campagna elettorale, la Lega ha promesso il rimpatrio immediato di 500mila migranti, un’operazione che, attualmente, con le strutture presenti in Italia, non può essere effettuato in tempi brevi. Per velocizzare il processo di identificazione ed espulsione, infatti, il nostro Paese dovrebbe dotarsi di altri Cie (Centri di identificazione ed espulsione, appunto) di grandezza dieci volte maggiore rispetto a quelli esistenti.

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Cie chiusi, il problema dei rimpatri affrontato così da Salvini

Il rimpatrio dei migranti è stato inserito anche all’interno del contratto di governo firmato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, di cui è garante il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il processo, però, è piuttosto lungo: bisognerebbe, infatti, identificare tutti i migranti nei Cie per capire se hanno o meno il diritto di restare in Italia. Al momento, le strutture deputate a questa operazione sono sei: quattro realizzate prima del 2017 e altre due aperte sotto la direzione del ministro dell’Interno Marco Minniti.

Bisognerebbe, dunque, implementare il numero di questi centri per raggiungere l’obiettivo voluto da Salvini. Questo aspetto, però, incontra l’opposizione di diversi amministratori locali, contrari all’apertura di Centri per l’identificazione e l’espulsione sui loro territori. La soluzione, però, sembra essere stata trovata dal nuovo ministro dell’Interno in persona.

Cie chiusi, la ricetta di Salvini: «Non devono uscire la mattina e rientrare la sera»

A colloquio con diversi cronisti nell’area del Transatlantico della Camera dei Deputati, Matteo Salvini avrebbe detto che i nuovi Cie saranno «chiusi affinchè la gente non vada a spasso per le città». Cioè una sorta di lager dove ammassare i migranti, evitando che questi possano uscire e ‘farsi vedere’ dai cittadini dei territori interessati dalla costruzione di questi nuovi centri.

In più, Salvini ha aggiunto che questa iniziativa incontrerebbe il favore anche di amministratori locali. «La gente – ha affermato il ministro dell’Interno – non vuole avere dei punti dove uno esce alle 8 della mattina, rientra alle 10 la sera e durante il giorno non si sa cosa fa e fa casino. Ne ho parlato con tutti i governatori leghisti che non vedono l’ora di avere Centri chiusi». La misura proposta da Salvini sembra voler azzerare i diritti fondamentali di queste persone, trasformando l’Italia in un vero e proprio Stato di polizia.

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