No, Fuori dal coro non chiude prima perché «è stato censurato»

La pausa natalizia (che lo scorso anno era iniziata a metà dicembre) è stata anticipata al 15 novembre, ma ci sono delle ragioni

24/10/2022 di Redazione

La chiusura di Fuori dal Coro – che dovrebbe essere anticipata, quest’anno, al 15 novembre – non ha nulla a che vedere con la censura. Eppure, così come accaduto lo scorso anno, sembra essere una sorta di topos del commento social su una trasmissione televisiva. Il fatto che la trasmissione di Mario Giordano prenda un periodo di pausa alla fine dell’anno solare, per poi tornare puntualmente con il nuovo anno, viene da molti visto come un tentativo di censura di una voce – appunto – fuori dal coro. Ma perché dovrebbero chiudere la trasmissione per motivi ideologici? In realtà, i commenti sui social network (in queste ore si sta assistendo a una vera e propria ondata di solidarietà preventiva nei confronti di Mario Giordano) non trovano un riscontro con la realtà. Perché la sospensione del programma di Rete4 non è censura, ma è dovuta a una motivazione tecnica.

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Chiusura Fuori dal coro, c’è una motivazione tecnica: non si parla di censura

Come riportato dal Fatto Quotidiano – che ha consultato delle fonti interne a Mediaset -, Fuori dal Coro quest’anno ha iniziato molto prima del previsto. Come tutti i talk-show politici, infatti, ha dovuto fare i conti con la campagna elettorale del mese di agosto e con le elezioni politiche del 25 settembre. Un evento che ha stravolto la stagione e i palinsesti dei programmi di approfondimento politico. L’anticipo della messa in onda di Fuori dal Coro, quindi, ha generato a sua volta un anticipo sulla sospensione per la pausa natalizia. Lo scorso anno, questo periodo era arrivato intorno alla metà di dicembre, mentre nel 2022 arriverà a metà novembre, un mese prima.

Si tratta di una sospensione tecnica (il programma riprenderà poi a gennaio-febbraio) causata anche dagli alti costi di produzione del talk (sempre secondo la fonte riportata dal Fatto Quotidiano), mandato in onda da Milano. In un momento in cui l’attenzione ai consumi è massima dappertutto e in ogni ambito, è fondamentale rivedere le spese. Tuttavia, sul web la situazione è piuttosto inquieta: da ieri stanno circolando fotografie di Mario Giordano, presentato come paladino dell’informazione scomoda che i poteri forti vorrebbero mettere a tacere. Eppure, il governo di centrodestra – con Giorgia Meloni al governo – è quanto di più vicino possa esserci in politica alle idee e al taglio editoriale della trasmissione: una chiusura in questo momento sembrerebbe dissonante.

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