Chioggia, il locale non fa entrare il ragazzo africano: «Tira un vento razzista»
10/08/2019 di Federico Pallone
Respinto all’ingresso dello stabilimento perché «qui gli africani non entrano». È la triste storia con protagonista Pietro Braga, 18 anni, di origini etiopi ma residente ad Adria, in provincia di Rovigo. Adottato, insieme alla sorellina, una decina di anni fa da una coppia, Pietro ha raccontato in un’intervista a Repubblica cosa è successo la sera del 21 luglio, quando insieme a due amici si è presentato ai bagni Cayo Blanco di Chioggia per una festa serale in spiaggia.
Pietro Braga: «Credevo stessero scherzando, invece era tutto vero»
«I miei amici hanno fatto vedere i documenti ai buttafuori all’ingresso e sono entrati, io no. Mi hanno detto che non serviva che gli mostrassi la carta d’identità perché lì gli africani non entrano. Credevo stessero scherzando, invece era tutto vero», racconta Pietro. «C’erano una marea di ragazzi e ragazze per quell’aperitivo in spiaggia. Io inizialmente mi sono messo a ridere ma l’addetto al filtraggio mi ha detto che erano ordini che arrivavano dall’alto. C’erano altri due come me, con la pelle nera. Anche loro sono stati respinti». Il ragazzo racconta poi di aver telefonato alla mamma per chiederle aiuto: «Ha provato a parlare con il buttafuori, ma loro si sono rifiutati di rispondere. È dovuta venire fino a lì, ma non hanno voluto sentire ragioni. Facevano riferimento a un fatto avvenuto qualche mese prima, quando alcuni ragazzi africani hanno rubato alcune borsette all’interno del locale».
Pietro Braga: «In Italia tira un vento razzista»
«È davvero terribile sentirsi diversi. Il problema qui era proprio il colore della pelle. E credo che sia legato al vento razzista che soffia in Italia in questo momento. Sono riuscito a superare lo shock solo grazie all’amore della gente che mi sta vicino. I miei amici hanno rinunciato all’aperitivo: sono usciti dal locale per starmi vicino», dice Pietro.
L’appello di Pietro: «Fatevi coraggio e denunciate questi episodi»
Il ragazzo lancia poi un appello, rivolgendosi a tutti i ragazzi che come lui sono stati vittima di episodi come questo: «Andate dalle forze dell’ordine e denunciate questi soprusi. Non rimanete in silenzio. Io sono stato ascoltato e capito».
Il questore di Venezia Maurizio Masciopinto ha disposto la chiusura di due settimane allo stabilimento di Chioggia. «Spero che sia un messaggio per l’Italia intera», dice Pietro. «Al gestore del Cayo Blanco porgerei la mano, senza rancore. Gli direi di pensare a ciò che ha fatto. E se mi chiedesse scusa, gradirei».
[CREDIT PHOTO: ANSA/FRANCO CAUTILLO]