Ecco chi è che paga Carola Rackete, la capitana «sbruffoncella» della Sea Watch
26/06/2019 di Gaia Mellone
Altro che «sbruffoncella pagata da chissà chi». Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, risponde senza problemi alle accuse mosse da Matteo Salvini alla capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete che nel pomeriggio ha forzato il blocco entrando in acque italiane, e che si trova ora al largo del porto di Lampedusa dove le forze dell’ordine sono salite a bordo per verificare i documenti. «Sullo sbruffoncella non rispondo, non mi abbasso a questi tipo di comunicazione» ha risposto Linardi interpellata dalla trasmissione di La7 Tagadà, e spiega chi è che paga Rakete.
https://twitter.com/SeaWatchItaly/status/1143925112791621632
Ecco chi è che paga Carola Rackete, la capitana «sbruffoncella» della Sea Watch
A pagare Carola Rackete è la Ong con le donazioni fatte dai volontari. «Il comandante ha un contratto limitato al periodo in cui si trova a bordo su base freelance» risponde Linardi, chiarendo che il capitano Carola Rackete «viene pagato il minimo indispensabile in quanto professionista» I soldi del suo “stipendio” arrivano «dall’organizzazione Sea Watch» che a sua volta «trae i propri fondi da donatori privati». Nessun complotto né finanziamento strategico: «L’unico grosso donatore che abbiamo è la chiesa protestante tedesca». E per chi avesse altri dubbi, Giorgia Linardi invita a consultare «i report annuali dell’organizzazione» o chiedere conto «all’agenzia delle entrate tedesche».
«Prima con L’Italia abbia salvavamo migliaia di vite»
Linardi è stata incalzata dall’assessore Terzi, che accusa l’organizzazione di avere anche altri fini «oltre a quello di salvare le vite umane» ovvero di «creare un caso». La scelta di forzare il blocco italiano e non quello tunisino ne sarebbe la prova: Terzi spiega infatti che la Tunisia era stata esclusa perché avrebbe avrebbero trattenuto e rimpatriato i migranti a bordo ma «è la stessa sorte» che sapevano li avrebbe attesi anche in Italia. Giorgia Linardi ha risposto che sono anni che «portiamo avanti una missione umanitaria» e «abbiamo salvato migliaia di persone» lavorando insieme alla Guardia Costiera e la Marina Militare, prima che questo governo cambiasse il modus operandi.
(Credits immagine di copertina: Fermo immagine video twitter SeaWatchItaly)