Cesare Battisti, il figlio di Bolsonaro e il regalo a Salvini. Il ministro: «Pacchia in spiaggia finita»

L’arresto di Cesare Battisti, nelle reazioni delle ore immediatamente successive, ricompatta l’universo del sovranismo internazionale. Dal Brasile, il figlio del presidente Jair Bolsonaro, Eduardo, ha come primo pensiero quello di comunicare quello che lui stesso ha definito il «regalo» a Matteo Salvini:

Cesare Battisti Salvini e il ‘regalo’ del figlio di Bolsonaro

Dal canto suo, il ministro dell’Interno accoglie la notizia con soddisfazione e invia messaggi al miele via social al governo di Jair Bolsonaro che, dopo meno di quindici giorni dal suo insediamento, ha già giocato un ruolo chiave nella cattura dell’ex Pac. «Ringrazio per il grande lavoro le Forze dell’Ordine italiane e straniere, la Polizia di Stato, l’Interpol, l’AISE – ha scritto Salvini – e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti, un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia, ma di finire i suoi giorni in galera».

Matteo Salvini e la retorica della ‘pacchia finita’ anche per Cesare Battisti

Il vicepremier ha voluto rispondere alla famiglia Bolsonaro che già nelle prime ore dopo l’arresto aveva parlato di un «regalo» all’Italia da parte di un Brasile che «non è più terra di banditi»: «Grazie di cuore – ha continuato Salvini – al presidente Jair Messias Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l’Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle Autorità boliviane e alla collaborazione di altri Paesi amici. Il mio primo pensiero va oggi ai famigliari delle vittime di questo assassino, che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri, coccolato dalle sinistre di mezzo mondo. È finita la pacchia».

Insomma, la retorica è sempre la stessa. Salvini ha voluto accompagnare questa sua dichiarazione con una card con il volto di Cesare Battisti e la scritta «Pacchia finita» vergata in giallo e bianco. Il ministro si è intestato quello che considera un vero e proprio successo, ottenuto grazie alla collaborazione di due forze populiste e sovraniste, in due Paesi lontani, uniti dalla stessa visione della politica.

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