Caso Siri: Di Maio lancia l’aut aut alla Lega

Non si placano le polemiche sul caso Siri ed è il vicepremier Di Maio a tornare nuovamente ad attaccare l’alleato leghista con frasi che lasciano davvero poco spazio alle interpretazioni e che vengono affidate agli immancabili social network: «Non capirò mai perché la Lega in queste settimane abbia continuato a difendere Siri invece di fargli fare un passo indietro. Oggi è l’ultimo giorno utile perché Salvini comprenda l’importanza di questa vicenda. Mi auguro faccia la cosa giusta» leggiamo sul suo profilo Facebook.

Una sorta di ultimatum rincarato nel corso della giornata da Di Maio che non ha esitato a evocare la “vecchia politica”, nel corso di una conferenza stampa contro la legge “Spazza Corrotti”: «L’ultimo che ha fatto cadere un governo per un’inchiesta e’ Mastella. Per me il governo deve andare avanti e il comitato di conciliazione si riunisce quando non siamo d’accordo su qualcosa che e’ nel contratto. Le proposte stanno andando avanti. Su Siri e’ salita la tensione perche’ – ha evidenziato – forse non ci si attendeva che il Movimento Cinque Stelle fosse cosi’ intransigente sulla corruzione. Ma non può che essere cosi’ quando in solo giorno scoppiano tre inchieste nel paese».

Il terreno di gioco del populismo e la campagna elettorale totalizzante delle forze di Governo

Accuse che colgono nel segno e che mirano a offuscare quella patina di “rinnovamento” che Salvini cerca di sponsorizzare in una campagna elettorale che entrambi gli schieramenti di Governo stanno facendo diventare piuttosto “totalizzante”. E l’ulteriore affondo di Di Maio si gioca proprio sul terreno più congeniale dei due schieramenti, ovvero il populismo e la connessione con la “pancia del Paese“: «Visto che tutti citano i sondaggi, dico che il 70 per cento degli italiani vuole le dimissioni Di Siri: ora o si sbagliano gli italiani o si sbaglia Salvini».

L’impressione è però sempre la stessa: anche in questo caso, come nella contrapposizione su tematiche come l’antifascismo e la recente presa di posizione pentastellata sul Salone del Libro di Torino, l’impressione è che le due forze di governo mirino a occupare tutto lo spettro elettorale, rappresentando tutta l’offerta politiche disponibile e tagliando fuori dal dibattito e dai riflettori le altre forze politiche.

Insomma, per capire se ci troviamo di fronte a scaramucce elettorali o contrapposizioni reali dobbiamo forse aspettare il post elezioni europee. Nel frattempo l’aut l’aut di Di Maio a Salvini è servito. Ovviamente in favore di telecamere e social network.

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