Il caso Huawei: arrestata la direttrice finanziaria, figlia del fondatore. Borse giù

06/12/2018 di Redazione

Il caso Huawei, con l’arresto in Canada su richiesta degli Usa di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria e figlia del fondatore della compagnia di telecomunicazioni cinese, non poteva non pesare anche sui mercati finanziari. La manager, fermata stamattina dalle autorità canadesi a Vancouver, rischia l’estradizione negli Stati Uniti, dove è in corso un’indagine per accertare se il colosso ha violato le sanzioni all’Iran.

Il caso Huawei, borse giù dopo l’arresto di Meng Wanzhou

Le borse asiatiche, aggiungendo un nuovo elemento di incertezza allo stop and go nei negoziati commerciali fra Usa e Cina, hanno chiuso in ribasso. Tokyo ha perso l’1,91%. In Cina intanto Shenzhen ha lasciato sul terreno il 2,16% e Shanghai l’1,66%. Hong Kong ha ceduto il 2,96%. Seul l’1,55%. Sidney lo 0,22%. Ma le tensioni sui mercati asiatici hanno conseguenze anche in Europa. Anche le Borse europee infatti hanno aperto in terreno negativo, con Francoforte che in mattinata ha ceduto l’1,7%, Milano l’1,6%, Parigi l’1,47%, Londra l’1,36% e Madrid l’1,2%.

I timori degli Usa sulla sicurezza

Le preoccupazioni degli investitori sono rilevanti perché l’arresto di Meng Wanzhou è destinato ad aumentare le tensioni tra Stati Uniti e Cina nel campo tecnologico, dopo la recente tregua sui dazi. Venerdì è prevista l’udienza in cui il giudice deciderà se rilasciarla su cauzione. Huawei, noto per essere uno dei più grandi produttori al mondo di smartphone e tablet, è finita nel mirino delle autorità americane per timori legati alla sicurezza: l’acquisto e l’uso di telefonini Huawei è stato espressamente vietato nelle agenzie governative.

La replica dell’azienda

Una commento dell’azienda non si è fatto attendere. «Siamo convinti e fiduciosi – ha fatto sapere il colosso cinese – che le autorità canadesi e statunitensi raggiungeranno senza dubbio una conclusione corretta e imparziale. Huawei rispetta tutte le leggi e le regole dei Paesi in cui opera, incluse quelle in materia di controllo delle esportazioni delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e dell’Ue». Huawei ha anche spiegato che «non sono a conoscenza di illeciti» e che «sono state fornite poche informazioni riguardo le accuse».

(Immagine di copertina Zumapress da archivio Ansa. Credit: Omar Marques / SOPA Images via ZUMA Wire)

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