Linkiesta accusa la Casaleggio Associati di aver rubato dati personali tramite Facebook
04/12/2019 di Gaia Mellone
Correva l’anno 2013, lo scandalo Cambridge Analytica era ben lontano, ma le tecniche che porteranno a giudicare le campagne elettorali di Trump e Brexit erano già in uso. A sfruttarle sarebbe stata la Casaleggio Associati, che avrebbe rubato dati personali tramite Facebook con la stessa tecnica. A rivelarlo, tramite Linkiesta, è Marco Canestrari, l’ex braccio destro di Gianroberto Casaleggio.
Linkiesta accusa la Casaleggio Associati di aver rubato dati personali tramite Facebook
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Tutto ruotava intorno all’applicazione pubblicizzata da Beppe Grillo sul suo blog, Serviva a scatenare lo “tsunami tour” e dopo averla scaricata, era possibile accedervi tramite Facebook. Peccato che, accettando distrattamente il consenso al trattamento dei dati, se ne cedevano di ogni tipo: indirizzo mail, orientamento politico e religioso, età. Non solo degli attivisti del Movimento 5 Stelle, ma anche dei loro amici sul social network, anche se questi non avevano scaricato l’app. Insomma, una profilazione completa e di massa a tutti gli effetti.Almeno stando a quanto ricostruito dall’articolo uscito su Linkiesta.
A lanciare questa nuova accusa contro la Casaleggio Associati è il primo whistleblower Marco Canestrari. «L’app consentiva agli amministratori di Casaleggio Associati una serie di operazioni. Tra cui monitorare le attività dell’utente attivista» ha spiegato l’ex braccio destro di Gianroberto Casaleggio, evidenziando che «ora l’app non è più attiva, ma Web Archive conserva le informazioni che permettono di risalire ai permessi richiesti da Casaleggio Associati». Non sarebbe successo solo nel 2013, incalza Canestrari, ma anche nel 2014 e nel 2018, ma solo dopo una modifica dell’app che limitava «la possibilità di accedere ai dati, proprio in seguito allo scandalo di Cambridge Analytica» continua, spiegando che «bisognerebbe chiedere al Garante se hanno tabelle da poter confrontare, oppure indurlo ad aprire una nuova istruttoria ma credo sia passato troppo tempo».
Casaleggio associati smentisce Linkiesta: «I dati sono stati cancellati alla fine dell’iniziativa»
Dopo la pubblicazione dell’articolo con le accuse, la Casaleggio Associati ha diramato una nota in cui precisa che «in maniera completamente errata è stato comparato un caso in cui sono stati utilizzati milioni di dati senza il consenso degli utenti, a un caso profondamente diverso in cui legittimamente un sito chiedeva individualmente alle singole persone di poter utilizzare alcuni dati per verificare la propria classifica di attivismo (es. per aver cambiato la propria immagine di Facebook, o avere tanti amici che utilizzavano l’app)». «I dati raccolti nel 2013 – spiega l’ufficio stampa- non sono stati utilizzati dalla Casaleggio Associati per altre finalità e sono poi stati cancellati alla fine dell’iniziativa, in piena sintonia con la legge, con le politiche di Facebook e con la normativa sulla privacy. Casaleggio Associati ha proceduto a tutelare la propria reputazione per vie legali già nella giornata di oggi nei confronti de Linkiesta».
(Credits immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)