La carovana di migranti dall’Honduras ha denunciato Donald Trump

Donald Trump ha definito la carovana dei migranti dall’Honduras come «un’invasione», una pericolosa folla nella quale «si nascondono terroristi del Medio Oriente» e ha confermato di voler inviare truppe dell’esercito al confine tra Stati Uniti e Messico per bloccarli in toto. Ma le migliaia di persone in marcia hanno risposto, con una denuncia, perché «la politica dichiarata e promulgata da Trump nei confronti di migliaia di caravan che cercano asilo negli Stati Uniti è sorprendentemente incostituzionale».

I migranti dell’Honduras denunciano il Presidente Donal Trump

A dare la notizia è una delle giornaliste di punta di Fox News, Shannon Bream, direttamente dal proprio profilo twitter, riportando la motivazione alla base della causa federale intentata dai migranti dall’Honduras contro Donald Trump in primis, e contro il Procuratore Generale degli Stati Uniti Jeff Sessions, il Dipartimento per l’Immigrazione e l’Esecuzione Doganale (ICE), la Sicurezza Nazionale e il Segretario del DHS Kirstjen Nielsen. Al tweet la giornalista allega anche un linkalla documentazione ufficiale.

Nei documenti si legge la difesa del «diritto legale di chiedere asilo negli Stati Uniti»condannando quindi la politica incostituzionale del Presidente degli Stati Uniti, oltre al fatto che «sono coinvolti bambini innocenti non importi  al presidente Trump». Depositata giovedì a nome di 6 dei migranti, la class action vuole controbattere alla politica di respingimento parzialmente gia attuata dal presidente. Trump giovedì ha ribadito di voler inviare 15000 truppe al confine, adibendolo con una serie di «città- tenda» per ospitare i migranti prima di deportarli, aggiungendo genio che i richiedenti asilo perderanno la possibilità di appellarsi a tale status se sorpresi nell’atto di varcare il confine illegalmente. Attualmente secondo la legislazione corrente, i richiedenti asilo possono esercitare il loro diritto in ogni caso, senza essere sottoposti al discrimine di come siano arrivati in un paese.

Mike Donovan, presidente della società di servizi per l’immigrazione Nexus Services, che finanzia la causa ha dichiarato in una nota che «il Presidente sta violando la legge federale, calpestando i diritti degli americani e degli immigranti» creando oltretutto una «potenziale catastrofe al confine tra Stati Uniti e Messico, tutto in nome del nazionalismo bianco e con l’obiettivo di segnare punti politici». 

La carovana di migranti dell’Honduras vs Trump, la violazione degli accordi di Flores


Il piano di Trump di trattenere i migranti al confine senza farli entrare violerebbe i diritti riconsociuti, si legge ancora nel documento, che continua spiegando che «il problema legale con il piano di Trump di impedire alle persone nelle roulotte di entrare in questo paese è che i querelanti sono in cerca di asilo e Trump semplicemente non può impedirgli di agire legalmente servendosi di militari, o di qualunque altro mezzo».

In più, l’intenzione del Presidente di tenere i bambini bloccati al confine alloggiandoli nelle tende viola gli accordi di Flores. Si tratta di un accordo legalmente vincolante che risale al 1997, e che negli anni è stato adeguato giuridicamente. In particolare stabilisce quanto tempo e in quali condizioni il governo federale può detenere i bambini: lungo il confine il Custom and Border Protection deve rilasciare i bambini entro 72 ore.

Le strutture, secondo l’accordo, devono «fornire accesso a servizi igienici, lavandini e acqua potabile» e garantire «un adeguato controllo della temperatura e ventilazione, un’adeguata supervisione per proteggere i minori dagli altri e garantire il contatto con la famiglia». Come si legge nella documentazione dell’azione legale, «il presidente Trump non può credere che le sue tende siano strutture gestite da programmi  con licenza come richiesto dagli accordi di Flores». Per questo motivo viene richiesto alla corte di «notare che il presidente Trump ha iniziato affermando istericamente senza alcuna prova che” molti criminali “e” molti membri di una banda “sono in questo” assalto “di migrazione”». Una mossa che altro non è che un «tentativo di creare paura e isteria» conclude la denuncia. Al momento in cui scriviamo, la Casa Bianca non ha ancora risposto.

(Credits immagine Jesús Alvarado/dpa)

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