Carola Rackete indagata: «Salvini mi crede un nemico pubblico? Si metta in fila»

La capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete indagata per aver violato l’articolo 1099 del codice della navigazione per non aver obbedito all’ordine di una nave da guerra nazionale: Carola Rackete infatti non ha rispettato l’alt impostole dalla Guardia di Finanza lo scorso mercoledì, decidendo quindi di entrare comunque nel porto di Lampedusa.

Carola Rackete indagata per favoreggiamento dell’immigrazione e violazione del codice di navigazione

La Procura di Agrigento specifica che l’iscrizione di Carola Rackete nel registro degli indagati è un atto dovuto in seguito alla violazione della comandante dello stop intimatole dalla Guardia di Finanza, che ha presentato la denuncia questa mattina con l’ipotesi di reato di favoreggiamento e violazione del codice della navigazione. La Guardia di Finanza ha anche presentato informativa presso la prefettura di Trapani: cosi facendo il prefetto Dario Caputo potrà nelle prossime ore procedere a firmare la multa alla Sea Watch, e sempre lui sarà la persona designata a disporre o meno il sequestro della nave se ci fosse reiterazione del reato. Nel caso in cui la Sea Watch venisse sequestrata, lo sbarco dei migranti a bordo diverrà obbligatorio, ma per ora si tratta solo di una ipotesi lontana. Da quando è stato approvato il decreto sicurezza bis infatti, è la prima volta che Carola Rackete commette il reato, ma secondo l‘interpretazione del Viminale il sequestro potrebbe essere autorizzato in quanto la Guardia di Finanza ha intimato di spegnere i motori più di una volta. Un cavillo che dovrà essere sciolto dal prefetto di Agrigento.

Carola Rackete indagata risponde: «Salvini si metta in fila»

Carola Rackete informata di essere indagata non ha avuto momenti di indecisione. L’atto dovuto era stato previsto dalla comandante, che già nei giorni scorsi aveva chiarito di preferire mettere a rischio se stessa e la sua nave se questo poteva portare al salvataggio dei migranti a bordo. «Abbiamo infranto la legge in Libia c’è la guerra civile non è un porto sicuro – ha dichiarato dopo che è stata divulgata la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per violazione del codice e favoreggiamento dell’immigrazione – Sono certa che le corti italiane riconosceranno che la sicurezza delle persone è più importante dei confini nazionali». Carola Rackete si è poi rivolta al ministro dell’Interno, che in questi giorni l’ha pubblicamente attaccata in più occasioni: «Salvini mi considera un nemico pubblico? Ho 42 persone di cui occuparmi. Salvini si metta in fila».

(credits immagine di copertina: ANSA/MATTEO GUIDELLI)

Share this article