Carige, le telefonate di Conte alla famiglia Malacalza che mettono in dubbio la sua terzietà

09/01/2019 di Redazione

Alcune recenti telefonate con la famiglia Malacalza mettono in dubbio la terzietà del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella vicenda di Banca Carige. È quanto spiega oggi il quotidiano Repubblica (articolo di Giuliano Foschini e Marco Mensurati) dando notizia di conversazioni intercorse a fine dicembre, nei giorni della decisiva assemblea dei soci e alla vigilia del commissariamento dell’istituto di credito da parte della Bce.

Le telefonate di Conte ai Malacalza

Al telefono con il rappresentante legale del socio di maggioranza sarebbe stato, a Palazzo Chigi, il premier in persona, che – dice Repubblica – nella storia di Carige conosceva molte più cose e persone di quanto si potesse pensare. I primi contatti Palazzo Chigi-Malacalza risalirebbero ai giorni precedenti all’assemblea dei soci del 22 dicembre, quella con in ballo un aumento di capitale da 400 milioni di euro (auspicato dall’ad Pietro Modiano e sgradito alla Malacalza Investimenti, titolare del 27,7%). Repubblica rivela che Modiano prima dell’assemblea aveva fatto su e giù con Roma e negli stessi giorni Conte ha chiamato due volte i Malacalza. Li ha poi sentiti di nuovo, durante una telefonata con Vittorio, capostipite della famiglia, anche il 31 dicembre, dopo aver incontrato Modiano.

Il legame con Mincione

Il contenuto delle conversazioni non è noto. Ma è senz’altro singolare l’intervento informale di Conte indirizzato ad una sola delle parti in causa. Ma c’è un altro aspetto da considerare. I Malacalza sono i soci in guerra perenne con Raffaele Mincione, finanziere di lungo corso, il consigliere di amministrazione e terzo azionista di Carige che aveva tentato la scalata alla banca (e che dopo la mancata ricapitalizzazione si è dimesso dal cda). Conte è stato un legale di Mincione. Proprio per una difesa di una società del finanziere, prima di diventare presidente del Consiglio, a maggio scorso, il professore ha firmato un parere pro veritate. L’avvocato di Mincione è Guido Alpa, amico e maestro di Conte. Ed è probabile sia stato proprio Alpa a mettere Conte in contatto con Mincione prima che diventasse premier. Il premier smentisce tutto, sostenendo di non aver mai incontrato o conosciuto Mincione, neache per interposta persona.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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