Bimbo ucciso a Cardito, ferite raccapriccianti sulla sorellina scampata al massacro

28/01/2019 di Enzo Boldi

Mentre Tony Sessoubti Badre è in stato di fermo dopo gli interrogatori della polizia, emergono altri dettagli sulla furia omicida che ha spinto l’uomo a picchiare i figli della sua compagna nella loro casa di Cardito (Napoli). Dopo il racconto fatto dalla piccola sorella della vittima, che incastrano l’italo-tunisino, arriva anche il dettaglio delle operazioni di pronto soccorso dopo il ricovero in ospedale della bambina.

«Lavoro in pronto soccorso pediatrico da trent’anni – ha spiegato all’Ansa Vincenzo Tipo, primario del Pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli -. Pensavo di averle viste tutte ma quello che ho visto ieri è la scena più raccapricciante a cui ho mai assistito». Sulla piccola di 8 anni tutti i segni di una violenza inaudita e senza ragioni: «La bambina – entra nel dettaglio il medico – aveva il volto tumefatto ma soprattutto sangue sul cuoio capelluto, tutte ferite compatibili con l’ipotesi di percosse».

Cardito, i bambini vittime della furia del compagno della madre

Un riscontro che va nella direzione opposta rispetto al primo racconto di Tony Sessoubti Badre che aveva raccontato agli inquirenti come la tragedia che ha portato alla morte del piccolo Giuseppe fosse derivata da una caduta dalle scale. Poi la sua versione è stata cambiata, fino alla giustificazione del suo gesto: la sua compagna – madre dei tre figli nati da una precedente relazione – dedicava troppo tempo ai suoi bambini.

La bambina arrivata in stato di choc

«Il sangue sulla testa ci ha fatto sospettare lesioni interne e quindi abbiamo sottoposto la bimba a tac e radiografie – ha spiegato il primario dell’ospedale Santobono di Napoli -. In due ore abbiamo svolto tutte le analisi che ci hanno rassicurato sul fatto che si trattasse solo di ferite superficiali, che non avevano leso organi interni». La bimba è arrivata al pronto soccorso «in stato di choc emotivo non parlava e anche questo ci aveva preoccupato, invece si trattava solo di uno stato momentaneo».

(foto di copertina: ANSA/CESARE ABBATE)

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