Caporalato, arrestati due agricoltori che avevano ridotto in semi schiavitù un giovane gambiano

07/09/2019 di Redazione

Lavorava circa 13/14 ore al giorno come pastore per 1.50 euro l’ora, circa 650 euro al mese. Ferie e riposo erano ovviamente fuori discussione. Sfortunato protagonista di questa vicenda è un giovane originario del Gambia, vent’anni appena, che dallo scorso anno si occupava di un gregge di circa 400 capi per conto di una coppia di Tuturano, frazione di Brindisi. Il ragazzo  viveva in condizioni disumane all’interno di una masseria, dove si era ricavato un giaciglio.

I Carabinieri della task force anti caporalato si sono trovati di fronte a uno spettacolo terribile

A scoprire le condizioni di semi schiavitù in cui versava il giovane sono stati i Carabinieri della task force anti caporalato, che hanno arrestato una coppia convivente, un 51 enne con a carico diverse vicende di natura penale anche di tipo associativo, e una donna 37 enne titolare della masseria in questione. L’uomo, Adriano Vitale di Tuturano, si trova nel carcere di Brindisi mentre la compagna, Patrizia Carrozzo, si trova ora agli arresti domiciliari.

La coppia arrestata aveva fatto credere al giovane di essere regolarmente assunto

I reati contestati agli indagati sono l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro. Dalle indagini è emerso che il giovane africano, con permesso di soggiorno per motivi umanitari scaduto nel maggio scorso, è stato impiegato nell’azienda zootecnica dal maggio 2018 per la pulizia delle stalle, la mungitura e l’accudimento degli ovini che conduceva quotidianamente al pascolo la mattina e il pomeriggio. Al pastore africano, sfruttato e costretto a vivere in condizioni degradanti, avevano fatto credere di essere stato regolarmente assunto da un’altra azienda agricola della zona il cui amministratore è stato denunciato per favoreggiamento dell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.  Un inganno messo a punto sfruttando lo stato di bisogno del ragazzo.

I carabinieri hanno accertato anche danni ambientali come lo smaltimento illecito di rifiuti

Nel corso delle indagini sono state accertate a carico degli indagati violazioni in materia di reati ambientali come lo smaltimento illecito di rifiuti e l’incendio di rifiuti nella masseria dove è stato smaltito illecitamente  materiale plastico e biologico proveniente dalle pulizie delle stalle ovine. L’ovile e i terreni circostanti sono stati sottoposti a sequestro . Sul posto è stato fatto intervenire il personale sanitario del Servizio Veterinario dell’Asl di Brindisi, nonché il personale dell’Ufficio Tecnico comunale, per verificare eventuali abusi in materia di edilizia de fabbricati.

 

 

Foto: Carabinieri Brindisi

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