Cantone lascia la presidenza dell’Anac: «Torno a fare il magistrato»
23/07/2019 di Enzo Boldi
Lo scorso febbraio ci fu un balletto attorno alle sue dimissioni dalla presidenza dell’Anac, con dichiarazioni mal interpretate e poi smentite de lui stesso. Questa volta, però, è la viva voce di Raffaele Cantone ad aver annunciato la sua decisione: «Lascio la guida dell’Anti-corruzione». Il suo mandato, iniziato nel 2014, sarebbe scaduto nel corso a marzo del 2020 e la sua scelta anticipa, inevitabilmente, uno dei temi che il governo dovrà affrontare nell’immediato futuro, proprio per via della delicatezza del ruolo e dei compiti dell’Autorità che non può rimanere a lungo senza guida.
«Sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo – si legge nella nota diffusa e firmata da Raffaele Cantone con cui ha annunciato le sue dimissioni dalla presidenza dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione -. Ho ritenuto fin dall’inizio il mandato di Presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione una parentesi, per quanto prestigiosa ed entusiasmante. Torno a fare il magistrato».
Stavolta è ufficiale: Cantone lascia la presidenza dell’Anti-corruzione
Cantone ha spiegato che indosserà di nuovo la toga dopo gli scandali nel Csm, per partecipare attivamente al dibattito che ha visto coinvolta la magistratura negli ultimi mesi: «È una convinzione che ho maturato progressivamente e che nei mesi scorsi mi ha spinto a presentare al Consiglio superiore della magistratura la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari. Nelle ultime settimane le dolorose vicende da cui il Csm è stato investito hanno tuttavia comportato una dilazione dei tempi tale da rendere non più procrastinabile una decisione».
L’Anac è stata una parentesi nella sua carriera
Nella sua lettera di dimissioni, Raffaele Cantone ha anche ripercorso la sua carriera che ora torna a vestirsi con la toga: «Sono entrato in magistratura nel 1991 quando avevo ventotto anni, tanti quanti ne sono passati da allora a oggi. In pratica ho trascorso metà della vita indossando la toga, divenuta nel tempo una seconda pelle. Ho sempre considerato la magistratura la mia casa, che mi ha consentito di vivere esperienze straordinarie dal punto di vista umano e professionale, a cominciare dal periodo alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Per queste ragioni ho ritenuto fin dall’inizio il mandato di Presidente dell’Anac una parentesi».
(foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)