Cancellata la condanna a morte per Noura, la sposa bambina che ha ucciso il marito violento
27/06/2018 di Redazione
A 16 anni viene costretta a sposare un uomo adulto (un cugino di suo padre, di 20 anni più grande di lei) che l’avrebbe poi violentata per il rifiuto a consumare il matrimonio. Lei lo uccide con una pugnalata. Rischia l’impiccagione. Ma viene salvata da una mobilitazione internazionale. La sua condanna a morte viene cancellata. Viene comunque comunque condannata a scontare una pena a cinque anni di carcere. È la storia di Noura Hussein, sposa bambina condannata a morte in Sudan che non sarà giustiziata dopo il verdetto di una corte di appello sudanese. A raccontarla è Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, un’organizzazione che ha raccolto un milione e 400mila firme in calce ad un appello per salvare la giovane.
Noura Hussein, sposa bambina che uccide il marito violento: annullata la condanna a morte
«L’avvocato Ishag Ahmed Abdulaziz – ha detto Napoli – ci ha comunicato che l’appello per Noura Hussein è stato parzialmente accolto, con l’annullamento della condanna a morte emessa in primo grado». «Siamo felici che la sua vita sia salva – ha continuato la presidente -, ci siamo battuti per questo e la pressione internazionale ha pesato tantissimo sulla decisione della Corte di appello di Ondurman». I giudici hanno trasformato la pena capitale comminata nei confronti della Hussein in una condanna a 5 anni di carcere, di cui 10 mesi già scontati. Noura si trova infatti in carcere dal 3 agosto del 2017.
Per la sua salvezza della ragazza si erano mobilitate anche tre agenzie delle Nazioni Unite e Amnesty International, che avevano scritto al presidente sudanese Omal al Bashir per chiedere la grazia. Ma c’erano stata anche diverse altre petizioni lanciate in tutto il mondo all’indomani della sentenza di primo grado. «Ora, dopo questo importante risultato – ha concluso Napoli – attendiamo fiduciosi l’esito del ricorso alla Corte Suprema che gli avvocati del team di Noura ci hanno assicurato sarà depositato al più presto». E i legali della ragazza sono pronti a continuare la battaglia giudiziaria «fino a quando non sarà dichiarata innocente».
In una nota una deputata del Movimento 5 Stelle, Veronica Giannone, ha proposto di accogliere Noura in Italia alla fine della reclusione: «La sposa bambina Noura Hussein per ora è salva, ma rischia ancora la vita in Sudan quando avrà finito di scontare la sua pena. Dobbiamo continuare tenere alta l’attenzione sulla sua vicenda, pronti a mobilitarci ancora per non lasciare sola questa ragazza coraggiosa. Il suo gesto di ribellione rischia di sottometterla, una volta in libertà, ad una condanna sociale ancora peggiore. Propongo perciò di accoglierla in Italia al termine della sua reclusione e sostenerla in ogni modo, aiutandola a rifarsi una vita libera e rispettosa dei valori di dignità della donna di cui è stata esempio».