I dati Istat: gli italiani non fanno più figli e scelgono di migrare all’estero per necessità
03/07/2019 di Enzo Boldi
L’Istat ha pubblicato i dati demografici dell’Italia e lo scenario è molto preoccupante. Continua la caduta libera del numero di neonati, con un trend i continuo calo negli ultimi tre anni che segue una scoscesa discesa iniziata già nel lontano 2008. E se il calo nascite è un qualcosa che si percepisce nel quotidiano, a far preoccupare è anche il numero di italiani che decidono di dire addio al Bel Paese migrando all’estero. I fattori di queste scelte sono economici e sociali e mostrano come si preferisca abbandonare il proprio luogo natio alla ricerca di maggiore fortuna.
Partiamo dal caso del calo nascite: nel 2018 il numero di neonati in Italia è inferiore di oltre 18 mila unità rispetto all’anno precedente, con un tasso di incidenza pari al -4%. Come certificato dall’Istat, sono stati iscritti all’anagrafe delle nascite 439.747 bambini. Si tratta di un minimo storico che non si toccava dal 1861, data dell’Unità d’Italia e anno in cui sono stati effettuati i primi controlli demografici. Anche la popolazione residente nel nostro Paese è diminuita di 124.427 unità (-0,2% rispetto al 2017). Tutti questi numeri portano a un dato finale: al 1° gennaio del 2019 risiedono in Italia 60.359.546 persone, di cui l’8,7% sono straniere. E, un altro fattore da sottolineare, è quello del -3,2% degli iscritti dall’estero.
Dal calo nascite a chi sceglie di andare via
Se in Italia c’è un calo nascite, non si fanno più figli e diminuisce anche la popolazione straniera (anche se, a sentire i proclami politici, sembra il contrario) un altro dato preoccupante diffuso dall’Istat riguarda gli italiani che decidono di prendere i loro bagagli, dire addio al Bel Paese e migrare all’estero alla ricerca di maggior fortuna. Sarà la crisi economica e il clima di sfiducia, ma nell’ultimo anno ben 157mila nostri connazionali hanno deciso di lasciare l’Italia. Un dato superiore di duemila unità rispetto al 2017.
Ci sono più italiani che migrano all’estero che “migranti” che arrivano in Italia
Oltre al calo nascite, dunque, c’è anche una questione di opportunità che porta i cittadini italiani a lasciare il loro luogo natio per tentare la fortuna all’estero. Si tratta, dunque, di quelli che possiamo chiamare migranti economici che vanno a lavorare fuori dai confini nazionali e lì mettono le loro nuove radici. E fa sorridere – se solo dietro non ci fossero veri drammi umani – come ci si indigni sempre e continuamente per l’arrivo di migranti in Italia: come sottolineato anche dal Viminale, infatti, sono sbarcate sulle coste italiche meno di 30mila persone (di cui la maggior parte ricollocate seguendo il trattato di Dublino, come confermato dai numeri del Viminale). Un numero nettamente inferiore rispetto agli italiani che decidono di dire addio all’Italia. Il problema è sempre lo stesso: vedere la pagliuzza negli occhi degli altri, e ignorare la trave che si ha nei propri.
(foto di copertina: ANSA/FATEBENEFRATELLI)