Calenda a Otto e Mezzo: «Il M5S è un partito antidemocratico gestito da una società privata»

17/05/2019 di Enzo Boldi

Non ha usato mezzi termini Carlo Calenda per rimarcare le distanze dal Movimento 5 Stelle. L’ex ministro dello Sviluppo economico, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo (su La7), ha sparato a zero nei confronti dei penstastellati, definendoli come l’espressione massima dell’antidemocrazia che si è travestita, negli anni, con i vestiti della democrazia diretta. La colpa è di esser gestiti direttamente dalla Casaleggio Associati, una società privata a responsabilità limitata.

«I 5 Stelle sono un partito antidemocratico, non hanno nulla a che fare con la democrazia diretta perché la Casaleggio Associati è una Srl privata, e mai farò un’alleanza con chi pensa di voler superare la democrazia liberale e lo stato di diritto – ha detto Carlo Calenda a Otto e Mezzo -. Io gigolò confindustriale? Questa penso sia una delle peggiori Confindustria della storia ma a proposito di Grillo, mio nonno lo diresse in un film in cui diventava Gesù. Ecco, forse quell’esperienza lo ha un po’ influenzato, mi sento responsabile».

Calenda e il M5S simbolo dell’antidemocrazia

La prossima settimana Calenda e Renzi saranno a Milano per sostenere una candidatura, ma l’intesa per formare insieme un partito viene esclusa a priori dall’ex ministro: «Io e Renzi lunedì saremo assieme a Milano perché ce lo ha chiesto Irene Tinagli che è una brava e noi gli daremo una mano. Ma non faremo un partito insieme e quando stavamo nel governo ce ne siamo date di santa ragione. Ero uno dei pochi che non gliele mandava a dire. Insieme abbiamo anche fatto cose importanti come Industria 4.0. Ma non metto Renzi nella damnatio memoriae come si fa a volte nel Pd».

Il pensiero sulla vicenda dell’insegnante sospesa a Palermo

Calenda ha anche parlato della sospensione della professoressa di Palermo per quelle slide pubblicate dai sui studenti nelle quali si paragonava Matteo Salvini a Mussolini: «I ragazzi esprimono il loro pensiero, nel caso specifico completamente sbagliato, perché le leggi razziali sono un’altra cosa dal decreto sicurezza. La professoressa magari avrebbe potuto dire che le due cose non avevano nulla in comune ma i ragazzi vanno lasciati esprimere e l’insegnante non c’entra nulla in questa storia».

(foto di copertina: da diretta Otto e Mezzo, La7)

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