Ecco come viene trasportato il cadavere del bambino recuperato dalla Open Arms
18/07/2018 di Redazione
All’orrore si aggiunge altro orrore. E il dolore, di conseguenza, aumenta. Il cadavere del bambino recuperato ieri al largo della Libia dalla nave della Ong spagnola Pro Activa Open Arms, la cui foto ha fatto il giro del mondo, è stato trasportato in condizioni davvero difficili. L’imbarcazione, infatti, non è dotata di cella frigorifera. Pertanto, il corpo è stato avvolto in un telo termico stretto intorno al corpo in modo tale da proteggerlo il più possibile dagli agenti esterni. Ed è stato collocato sulla prua della nave.
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Cadavere bambino, ecco come viene trasportato
A proporre l’immagine è la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli, che l’ha pubblicata sui suoi canali social, aggiungendo una spiegazione didascalica alla fotografia. «Il cadavere del bimbo senza nome sulla prua della nave Open Arms viene trasferito in un container con del ghiaccio. Non ci sono celle frigorifere sulla nave che probabilmente dovrà sbarcare ancora una volta in Spagna».
Il cadavere del bimbo senza nome sulla prua della nave Open Arms viene trasferito in un container con del ghiaccio. Non ci sono celle frigorifere sulla nave che probabilmente dovrà sbarcare ancora una volta in Spagna. #openarms #backopenarms #migrants #migranti pic.twitter.com/QRhjWFxLX1
— annalisa camilli (@annalisacamilli) 18 luglio 2018
Cadavere bambino, la risposta del governo italiano
Il viaggio in mare, come ricordato dalla Camilli, sarà molto lungo: il governo italiano, infatti, ha fatto sapere a più riprese che i porti territoriali, per le navi delle ong, sono una sorta di zona off limits, nella quale non si può sbarcare. La decisione di mettere a disposizione per lo sbarco il porto di Catania è arrivata soltanto ieri in tarda serata, oltre le 23. In ogni caso, secondo la ong, la scelta di Catania come punto di sbarco avrebbe presentato «molteplici fattori critici». Per questo motivo, la rotta dell’imbarcazione della Pro Activa Open Arms sarà diversa e punterà in direzione della Spagna. Ma il corpo del bambino, in quelle condizioni estreme, ne risentirà senz’altro e non ci sarà per lui nemmeno la dignità della corretta conservazione prima della sua sepoltura.
Un’immagine molto forte, che vale più di mille parole e che fa capire quanto sia disumano affrontare il tema dei migranti soltanto in toni utilitaristici, perdendo completamente di vista il lato umanitario. Dal Viminale, nella giornata di ieri, hanno smentito la versione della Pro Activa Open Arms e del deputato di LeU Erasmo Palazzotto, affermando che il naufragio delle tre persone (una delle quali, la camerunense Josefa di 40 anni, è stata salvata) sarebbe una fake news. Davanti a queste immagini, in ogni caso, la pietà sarebbe il primo sentimento opportuno da utilizzare. Ancor prima dei proclami.
[FOTO da account Twitter di @annalisacamilli]