Treviso, bambino di colore vittima dei bulli sullo scuolabus: «I negri si siedono avanti»
10/05/2019 di Enzo Boldi
Se sono i grandi a sbagliare è un problema, ma se a seguire il loro esempio sono i più piccoli diventa un qualcosa che non lascia presagire nulla di buono per le generazioni future. La storia che arriva dal trevigiano racconta di come gli stereotipi razzisti e xenofobi abbiano fatto breccia nelle menti e nel modo di atteggiarsi e parlare dei più giovani. Ed è così che un bambino nero, che frequenta una scuola media, è stato rimasto vittima di bullismo sullo scuolabus. I classici insulti, infatti, erano conditi da espressioni tipicamente razziste. E c’è ancora chi nega che questo sia un problema nel nostro Paese.
A raccontare questa storia è stata la madre del giovanissimo e per farlo ha utilizzato la bacheca della gruppo Facebook ‘Cara Italia’ dedicata all’integrazione degli immigrati. «Ieri mio figlio è stato bullizzato nel pulmino della scuola (media). Oltre a essere stato malmenato da due ragazzine più grandi di lui, una di esse gli ha detto ‘i negri si siedono davanti, i bianchi dietro’. Mio figlio ha detto che non si è difeso sennò rischiava di far loro del male, e perché aveva paura di passare dal torto».
Nel trevigiano un bambino è stato vittima di bullismo sullo scuolabus
Parole che fanno male, e la ferita è ancora più lacerante perché pronunciate da altre due giovani, sue coetanee. Per fortuna, però, il germe razzista non si è innestato in tutti e non appena arrivato a scuola i suoi compagni – dopo averlo visto molto turbato – si sono fatti raccontare da quel ragazzo poco più che bambino cosa era accaduto pochi minuti prima. Lui ha raccontato loro di esser rimasto vittima di insulti razzisti e di bullismo sullo scuolabus che lo aveva portato, come di consueto, a seguire le lezioni nella scuola media che frequenta nel trevigiano. I suoi compagni e le insegnanti lo hanno accompagnato in direzione per denunciare quanto accaduto.
Gli insulti razzisti: «I neri siedono avanti, i bianchi dietro»
Il giorno seguente, anche le istituzioni hanno fatto il loro passo nella giusta direzione: «Sono stata contattata dall’assessore all’istruzione del comune perché una cosa così grave non era mai successa – prosegue la madre del giovane vittima di bullismo sullo scuolabus -. Questa mattina sul pullman era presente il comandante dei vigili urbani che ha seguito tutto il giro spiegando a tutti i bambini e ragazzi che atti del genere non sono tollerati. Io ho ricevuto telefonate e contatti da tantissimi genitori, soprattutto italiani, pronti ad appoggiarmi per non lasciare in sordina questa storia perché convinti di non voler vivere in un paese dove si possano verificare episodi del genere».