Antinelli ci racconta come sarà Bosnia-Italia senza inviati Rai

L'intervista al bordocampista delle partite dalla nazionale italiana

18/11/2020 di Gianmichele Laino

Non sarà la stessa cosa. La Rai, questa sera, garantirà la messa in onda della partita Bosnia-Italia, valida per l’ultima giornata dei gironi di Nations League. Una partita molto delicata per la nostra Nazionale, visto che potrebbe rappresentare il lasciapassare per la Final Four della competizione. Tuttavia, a causa dell’emergenza Covid, Raisport non manderà inviati a Sarajevo: troppo complessa la gestione della trasferta in piena pandemia. Alessandro Antinelli, bordocampista delle partite della Nazionale, ci ha spiegato come verrà gestito questo passaggio a suo modo storico per lo sport in tv.

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Bosnia-Italia Rai, il racconto di Alessandro Antinelli

«Non possiamo essere lì a causa dell’emergenza Covid – ha raccontato ai microfoni di Giornalettismo -: non siamo potuti partire con il charter della Nazionale, perché i calciatori sono nella loro ‘bolla’. L’aspetto più complesso sarebbe stato rispettare le regole d’ingaggio al rientro: con il tampone a Sarajevo ci sarebbero voluti 15 giorni di isolamento obbligatori. Al momento, poi, è particolarmente complesso raggiungere Sarajevo in aereo. Sia chiaro: noi abbiamo provato a fare di tutto per esserci. Abbiamo anche pensato di fare il viaggio in auto. Ricordiamoci, comunque, che la Bosnia è zona rossa al momento».

A memoria, Alessandro Antinelli non ricorda una situazione simile per un evento sportivo importante come la partita della nazionale di calcio: «Soltanto il Covid poteva creare una situazione del genere» – aggiunge con una punta d’amarezza. La Rai, in ogni caso, non rinuncia a svolgere il servizio pubblico: il racconto della partita sarà in remoto. Vero è che se tra intervista da studio intervista da stadio cambia solo una lettera, in quella lettera c’è tutta la differenza del mondo: «Io sono convinto – dice Antinelli – che Alberto Rimedio farà un lavoro eccellente. Ma pensate al ruolo del bordocampista: stare lì ti permette di captare delle cose che non riescono a essere colte nemmeno dalle telecamere».

Bosnia-Italia Rai, la gestione delle interviste

Per forza di cose, sarà modificato anche il rituale delle interviste a fine partita: «Fare domande a distanza, ormai, non è un inedito – spiega -: ci siamo abituati sin dalla ripresa dello scorso campionato di calcio. Penso alla Juventus, ad esempio, che permette ai giornalisti di inviare le domande su WhatsApp per le sue conferenze stampa. In generale, il Covid ci ha privati di quel contatto che nelle interviste è essenziale. Poi, è chiaro, una buona domanda resta una buona domanda. Il fatto che venga posta a distanza, forse, dà più possibilità all’intervistato di svicolare».

Infine una considerazione sulla pausa per le Nazionali. I club hanno spesso espresso delle lamentele, si sono messi di traverso, hanno preso malissimo il fatto che alcuni calciatori siano rientrati positivi dai ritiri. «Ma quando si decide di ripartire – conclude Antinelli -, si riparte e basta. Siamo consapevoli delle difficoltà, facciamo tutti un sacco di tamponi. Si poteva evitare di giocare l’amichevole con l’Estonia? Forse sì, ma le amichevoli danno comunque punti per il ranking e, anche grazie a quella gara, l’Italia sarà testa di serie nei sorteggi per le qualificazioni ai mondiali. Giocare la Nations League ha senso: se la vinci, hai la possibilità di ospitare una finale nel tuo Paese, nel prossimo mese di ottobre, quando ci auguriamo che la situazione epidemiologica sarà diversa e quando speriamo che un grande evento sportivo potrà generare un indotto importante. I club possono anche avere le loro ragioni, ma devono comunque capire che ogni giocatore – e io ho sentito il parere di tanti calciatori, da Bonucci a Belotti – considera sempre un onore indossare la maglia della Nazionale. E, per questo, non si tirerà mai indietro».

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