Boris Johnson strappa ancora sulla Brexit e indica una data alla Ue

Torna a farsi critico il percorso verso la Brexit con il premier inglese che annuncia: "Accordo entro il 15 ottobre o si andrà avanti lo stesso"

07/09/2020 di Daniele Tempera

Accordo entro il 15 ottobre o si va avanti lo stesso. Boris Johnson torna al centro del dibattito politico europeo, dopo esserci finito per la tragica diagnosi di positività al Covid, e dà una data ferma e netta alla UE per portare a compimento la Brexit.  Il tutto condito da uno scambio di accuse che, alla vigilia di quelli che gli economisti descrivono come la più grande recessione economica da molti anni a questa parte, non lascia tranquilli i mercati e allarma tutto l’eurozona. Johnson accusa Bruxelles di “non ripensare le attuali posizioni”, mentre la Ue accusa Londra di incapacità negoziale, in uno stallo che va avanti dall’indomani del referendum.  Dopo la separazione politica, il prossimo 31 dicembre si consumerà infatti anche la separazione economica del Regno Unito che lascerà il mercato unico e l’unione doganale con la UE.

E il nodo sembra essere ancora una volta quello dolente dell’Irlanda del Nord.  Nel Withdrawal Agreement, l’accordo stretto con i negoziatori europei nell’autunno del 2019 per l’uscita ordinata dall’Unione, c’era infatti la volontà di sottoporre l’Irlanda del Nord alle leggi del mercato unico europeo, l’unico modo per commerciare senza ostacoli e tensioni politiche con la nazione che condivide l’altra parte dell’isola: l’Irlanda. Secondo indiscrezioni Johnson starebbe prevedendo una clausola che mette esplicitamente in discussione aspetti fondamentali di questa parte dell’accordo e che renderebbe molto critica la trattativa, prima fra tutte la possibilità di sovvenzionare statalmente le aziende nord-irlandesi e la creazione di un’area doganale con Londra.

E la data clou rimane sempre quella del 15 ottobre: «Non c’è alcun senso a pensare a timeline che vadano oltre quel punto» ha dichiarato il primo ministro al Guardian: «Se non riusciremo a raggiungere un accordo bisogna accettarlo e andare avanti». Un’eventualità che avrebbe ripercussioni molto pesanti che, c’è da giurarci, non si limiterebbero al solo Regno Unito, né alla sola Europa.

 

 

 

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