Bonafede spiega che sulla Diciotti c’è stata una decisione di governo. Ma senza Consiglio dei ministri

19/02/2019 di Enzo Boldi

C’era l’interesse dello Stato, è stata una decisione collegiale del governo. Poi, però, l’ammissione: non c’è stato alcun Consiglio dei Ministri per decidere il da farsi sullo sbarco dei 117 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana. Autore di questa capriola è Alfonso Bonafede. Il ministro della Giustizia, ospite di Otto e Mezzo su La7, è parso molto imbarazzato nelle sue risposte – alcune negate – alle domande incalzanti di Lilli Gruber, Gianrico Carofiglio e Alessandro Sallusti.

«Seppure non in sede del Consiglio dei ministri – ed è questo l’aspetto da sottolineare del discorso acrobatico fatto da Alfonso Bonafede a Otto e Mezzo -, la decisione sulla Diciotti è stata presa dal Ministro dell’Interno Salvini che l’ha condivisa con il premier Conte, con il Ministro dei Trasporti Toninelli e con l’altro vice premier Di Maio. Lo hanno fatto nella maniera che hanno ritenuto più giusta». Gli ospiti, in particolare Carofiglio (giornalista ed ex magistrato), fanno notare al ministro, come si sarebbe dovuto procedere a una riunione ufficiale per prendere una decisione a difesa dell’interesse di Stato.

 

Bonafede dice che non c’è stato alcun Consiglio dei Ministri sul caso Diciotti

Il ministro Bonafede, poi, non ha voluto rispondere in merito agli atti giudiziari che dovrebbero – anche se l’indicazione della Giunta per le immunità al Senato ha già indirizzato l’esito del voto a Palazzo madama – portare Matteo Salvini al processo davanti al Tribunale dei Ministri, spiegando che il suo ruolo non gli permette di entrare nel merito. Così come non ha chiesto al Capo del Viminale come mai abbia deciso di cambiare la sua scelta davanti al rischio di essere incriminato per sequestro di persona.

Rousseau non è un mercato delle vacche

Poi si torna a parlare della consultazione online sulla piattaforma Rousseau. «Non consideriamo questo voto un mercato delle vacche o come un sondaggio – ha spiegato Bonafede -. Sono cittadini che hanno partecipato a una consultazione dopo essere stati informati. Un notaio ha certificato la votazione, che si è svolta rispettando le indicazioni del garante della privacy. La valutazione su eventuali espulsioni dei parlamentari che decidessero di non seguire l’indicazione del Movimento, spetta ai probiviri».

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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