Su TikTok si sta diffondendo una disinformazione sulla guerra nucleare da 40 milioni di views
Il tema è molto utilizzato per i video ma, come riporta il Telegraph, sono 5 i video che stanno catalizzando maggiormente l'attenzione degli utenti
02/03/2022 di Gianmichele Laino
Li descriviamo in rapida successione, in modo tale da evitare qualsiasi tipo di condivisione. Il primo video mostra gli effetti della cosiddetta Bomba Zar, l’arma nucleare considerata la più potente al mondo, diffondendo delle infografiche che puntano a divulgare gli effetti sul breve, medio e lungo raggio rispetto al luogo dell’esplosione. Il secondo video, invece, è una mappa che segnala gli stessi effetti dello stesso ordigno se si trovasse a cadere sulla città di Derby, in Gran Bretagna. Il terzo video mostra un presunto trasferimento, su ruota, di testate nucleari, il tutto condito da urla posticce aggiunte in un secondo momento. Il quarto video pretende di mostrare come una emittente – nella fattispecie la BBC – trasmetterebbe le sue immagini e il suo segnale se ci fosse una guerra nucleare. Il quinto video, infine, illustra alcune presunte prescrizioni governative su cosa fare dopo una esplosione nucleare. Sono i cinque video su TikTok che, secondo il Telegraph, stanno diffondendo maggiore disinformazione in merito a un potenziale conflitto atomico. Un insieme di bufale e di terrorismo psicologico che sta pervadendo la generazione Z: soltanto questi 5 video hanno totalizzato, insieme, qualcosa come 40 milioni di visualizzazioni.
LEGGI ANCHE > Hanno fatto disinformazione sulle elezioni Usa anche su TikTok
Bombe atomiche su TikTok, i video che sono in tendenza
Tuttavia, a quanto pare, il trend su TikTok è lanciato: si parla di armi nucleari, si parla di conflitti atomici, si utilizzano azioni, video e dichiarazioni che possono essere fuorvianti. Questo contribuisce a diffondere disinformazione e a far aumentare il timore negli utenti perché non si comprende la distanza tra finzione e realtà. I contenuti di TikTok di cui abbiamo parlato, ad esempio, non forniscono l’adeguato contesto alle informazioni che condividono: non si contestualizza, ad esempio, che la Bomba Zar attiva – al momento – è una sola, mentre altre sono conservate in un museo; non si contestualizza che i consigli su cosa fare per difendersi da un attacco atomico sono stati stampati in vecchi opuscoli pubblicati ai tempi della guerra fredda; si utilizzano coordinate geografiche fuori contesto (per quale motivo una bomba atomica dovrebbe esplodere a Derby, in Gran Bretagna?); si accompagna il tutto con musiche emozionali e con toni sconvolti. Se tutto questo fosse un film, sarebbe persino accettabile: ma visto che questi contenuti di TikTok si mescolano a contenuti che trasmettono immagini reali e vengono presentati come prodotti di informazione (e non di intrattenimento puro), allora abbiamo un problema.
Il trend in Italia
Situazione limitata soltanto ad account stranieri? In realtà, il trend viene seguito anche in Italia. E se, in alcuni casi, l’informazione su una presunta guerra nucleare viene contestualizzata (si pensi, ad esempio, ai video di Diego Fusina, che utilizza l’hashtag #imparaconTikTok e che chiarisce sin da subito che non è in corso una guerra nucleare, ma anzi nessuno ha ancora dichiarato l’intenzione di usare queste armi), in altri casi – anche a causa della riproduzione algoritmica dei contenuti – questa differenza non viene marcata. C’è chi – ad esempio – utilizza dei simulatori per riprodurre una esplosione nucleare su Milano (il video è precedente all’escalation in Ucraina, ma viene comunque spinto nei Per Te), c’è chi si chiede «è davvero quello che vogliamo?» parlando di una possibile esplosione atomica in Ucraina. Insomma, il panico sembra essere generalizzato. Oltre che ingiustificato.