No, Usain Bolt non ha mai accusato Marcell Jacobs per le sue scarpe “olimpiche”

Alcune testate e i social hanno montato una polemica priva di senso. Ci sono tanti elementi per capire bene questa storia

05/08/2021 di Enzo Boldi

Quando si affronta un determinato tema che può acuire una polemica (inesistente) occorre sempre contestualizzare una notizia. Invece, colpa dei media e dei social, spesso e volentieri si creano polveroni dal nulla. Durante questi Giochi Olimpici di Tokyo 2020 i “casi mediatici” non sono mancati. L’ultimo riguarda la presunta polemica di Usain Bolt contro Marcell Jacobs, fresco vincitore della medaglia d’oro nei 100 metri. Un risultato storico per l’atletica italiana che, però, avrebbe provocato la protesta dell’ex sprinter giamaicano.

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Partiamo dalla dichiarazione di Bolt: «È strano e ingiusto per molti atleti, perché so che in passato le aziende che producono scarpe d’atletica hanno effettivamente provato a introdurre alcune novità, ma il comitato olimpico internazionale ha detto ‘no, non puoi cambiare le punte’, quindi sapere che ora lo stanno facendo è ridicolo». Insomma, l’ex campione Olimpico giamaicano non sta attaccando il nostro Marcell Jacobs, ma la modifica al regolamento (sull’abbigliamento tecnico, comprese le scarpe) approvato nel corso degli scorsi mesi.

Bolt contro Jacobs, storia di una bufala nata sul web

Inoltre, occorre sottolineare come questa posizione di Bolt sia antecedente alla finale dei 100 metri di Tokyo 2020. Quella dichiarazione, infatti, è stata rilasciata dal giamaicano il 20 luglio di quest’anno – come testimoniato dal resoconto fatto dal The Guardian che ha dedicato un corposo articolo, ricco di pareri, su questo tema -, molto prima rispetto all’inizio delle batterie di qualificazione dei 100 metri (e anche prima rispetto all’inizio del programma olimpico di atletica leggera).

Il sassolino nella scarpa

Insomma, un caso che non esiste e non è mai esistito. E oggi lo stesso Marcell Jacobs si è levato qualche sassolino dalla scarpa: « Ogni marchio ha praticamente le scarpe che sono identiche l’una all’altra. Io ho fatto apposta dei test, quando mi hanno mandato queste scarpe, sui 60-70 metri, con queste scarpe nuove e quelle vecchie ed è più una sensazione che la scarpa in sé, perché dai dati non abbiamo visto nessuna grande differenza. Le velocità, le ampiezze e le frequenze sono quelle, è più di come riesci ad adattarti alla scarpa».

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