Se i contenuti video battono quelli scritti, i blogger si affideranno all’intelligenza artificiale per i loro articoli?

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Siamo così tanto abituati ai Reel, ai TikTok, ai contenuti video - in generale - che scorrono nei Feed dei social network ai quali siamo iscritti. Se vogliamo informarci su una notizia, preferiamo che questa ci venga presentata in forma audiovisiva. E allora, cosa ne sarà degli articoli, dei racconti testuali, dei blogger?

Se sei nato negli anni ’90, eri un adolescente quando con l’immancabile Comic Sans – font abusatissimo in quegli anni – ti dilettavi tra una pagina e l’altra del tuo blog di MSN. Negli anni 2000, nasce lì il racconto delle proprie vacanze, dei propri viaggi, delle proprie giornate, delle proprie ricette. Se sei nato prima o dopo gli anni ’90 e intorno al 2009/2010 avevi un’età tale da riconoscere i cambiamenti intorno a te, allora ti ricorderai i primi blog di viaggio, di cucina, di lifestyle. Chiara Ferragni e The Blonde Salad, per dirne una. Andrea Petroni e Vologratis, per dirne un altro. Sono i primi blogger, coloro che dell’ottimizzazione nei motori di ricerca hanno fatto la loro chiave vincente in anni e tempi da avanguardisti. Oggi, però (o per fortuna, a seconda dei punti di vista), i contenuti video sono più impattanti di quelli testuali e il futuro sembra darci uno spoiler: i blog saranno scritti con l’intelligenza artificiale.



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I blog saranno scritto con l’intelligenza artificiale e il futuro si chiama ChatGPT

Va fatta una premessa: non sappiamo quanti blogger si siano effettivamente già affidati all’intelligenza artificiale per scrivere i loro blog, ma l’attendibilità dei testi prodotti da ChatGPT suggerisce che questo potrebbe essere il futuro. Se adesso si ottimizzano i testi in chiave SEO, in futuro si ottimizzeranno i tempi in ottica Reel/TikTok/video brevi. Insomma, se mi serve del tempo per produrre dei contenuti video, per scrivere i testi di quei contenuti, per scegliere una buona luce, per dedicarmi al post-editing e per pensare a una caption idonea, chi scrive gli articoli del mio caro e vecchio blog? Se sono tradizionalista (e facoltoso), allora costituisco una redazione. Se invece voglio stare al passo con i tempi, mi faccio aiutare dall’intelligenza artificiale. No?



Cos’è ChatGPT? È uno strumento ideato da OpenAI, un’azienda di ricerca e sviluppo dell’intelligenza artificiale la cui missione è garantire che l’AI porti benefici a tutta l’umanità. Come in una qualsiasi app di messaggistica, basta porre a ChatGPT delle domande o scrivere delle parole chiave che presuppongano la risposta di cui abbiamo bisogno. Per esempio, se hai un blog di viaggi e vuoi scrivere un articolo su Berlino, anziché passare in rassegna tutte le guide cartacee della tua libreria o recuperare i tuoi appunti di quando hai visitato la città nel 2013, puoi chiedere a ChatGPT «Cosa visitare a Berlino» e quest’ultima ti risponderà attraverso un testo strutturato e sintatticamente corretto. Un po’ come se lo avessi scritto tu.

ChatGPT: tra il timore e la comodità del chiedere l’aiuto dell’AI

ChatGPT è soltanto uno dei possibili alleati per i blogger o i redattori, uno di quelli che permette di adeguarsi al cambiamento costante a cui il mondo digitale  sottopone. Gli ideatori dello strumento, però, sanno benissimo che – soprattutto in questa fase iniziale – può esserci tra le persone la resistenza all’utilizzo: se uso questo tipo di aiuto non sono abbastanza professionale? Non sono abbastanza blogger quanto chi scrive gli articoli carattere dopo carattere? Infatti, se il portale è sovraffollato e la chat ha raggiunto la sua capacità massima, un messaggio smorza così l’attesa dell’utente: «Ricordate a voi stessi che non siete i soli a voler provare ChatGPT. Anche molti altri sono interessati. Siate pazienti e sappiate che il sito sta facendo del suo meglio per accontentare tutti».



Come ogni macchina, umana o non umana, anche ChatGPT ha i suoi limiti. Dal team di Open AI ne vengono citati alcuni:

Sono tutti limiti che il cervello umano, nella formulazione delle sue argomentazioni verbali o scritte, supera. E, in più, il cervello ha qualcos’altro: le emozioni, i ricordi, la memoria emotiva – a essere precisi. Che detta così sembra pura retorica, ma nei fatti non lo è.

ChatGPT o chi per lei, come già detto, può essere un ottimo alleato per stare al passo con le trasformazioni in atto, per non arrancare nella corsa al trend del momento e alla spinta verso ciò che piace. Eppure, la memoria emotiva è ciò a cui ChatGPT non potrà mai attingere ed è quella allo stesso tempo necessaria a chi vuole dare al proprio blog quel sapore di vissuto che sempre piace alle persone, che tanto ci rende vivi, che tanto ci rende umani.