Chi è Gian Carlo Blangiardo, il «nuovo leghista» che Giulia Bongiorno vuole alla guida dell’Istat
19/11/2018 di Enzo Boldi
La matematica non è un’opinione e neanche la statistica dovrebbe esserlo. Il governo del cambiamento, invece, punta a far ricoprire la maggior parte delle cariche delle proprie istituzioni a esponenti legati ai propri partiti. Sì, proprio loro che nelle loro battaglie – soprattutto su sponda M5S – volevano portare la politica fuori da Inps e Istat (fra i tanti), ora stanno convergendo sul nome di Gian Carlo Blangiardo alla guida dell’istituto di statistica italiano, quello che fornisce la fotografia delle condizioni del nostro Paese.
Attorno alla figura di Gian Carlo Blangiardo ci si potrebbe scrivere un romanzo. Partiamo dal suo curriculum, di tutto rispetto: classe 1948, si laurea in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano, nel 1971 con la votazione di 110/110. Professore universitario, autore di diverse pubblicazioni, ora è demografo e vicedirettore del dipartimento Statistica e metodi quantitativi dell’Università Bicocca di Milano ed esperto dei temi legati all’immigrazione.
Blangiardo, il demografo diventato leghista
Il suo «percorso politico» è rimasto accidentato da molte dichiarazioni che hanno fatto a cazzotti. Fino a qualche tempo fa era un grande fautore dell’emigrazione circolare: tenere le porte aperte, farli arrivare in Italia, accoglierli e – dopo un progetto di formazione – farli tornare al Paese d’origine per garantire sviluppo nelle loro terre natie. Pensieri seguiti da considerazioni riassumibili in una frase pronunciata il 5 dicembre 2017: «Non possiamo parlare di invasione perché la densità è simile a quella di altri Paesi europei». Una mentalità aperta che cozza con i mantra leghisti a cui però ha aderito qualche tempo dopo, quando il suo nome ha iniziato a circolare negli ambienti del Carroccio per la sostituzione di Giorgio Alleva sulla poltrona di numero uno dell’Istat.
La conversione al verde di Blangiardo
Lo scorso 24 luglio, a poco più di una settimana dalla scadenza di mandato all’Istat per Giorgio Alleva, Blangiardo dimostrò di aver cambiato completamente idea, copia-incollando il mantra leghista di Matteo Salvini sulla questione migranti. «Non ho paura di parlare di espulsioni e porte chiuse – ha spiegato l’esperto demografo a La Stampa lo scorso 24 luglio- . Qui non ci stanno, è un dato di fatto. Naturalmente, lo ripeto, i numeri contano: è evidente, per esempio, che più aumenta il numero di stranieri, più aumentano in proporzione i criminali».
Salvini lo vuole come oppositore di Boeri
Dichiarazioni fatte in odor di nomina e che avranno fatto piacere a Matteo Salvini, che lo vede come grande oppositore del numero uno dell’Inps Tito Boeri. E proprio contro il presidente dell’Istituto di previdenza è arrivato il primo «ravvedimento verde» di Blangiardo, che si è scagliato contro la visione «gli immigrati pagheranno la pensione degli italiani attraverso la regolarizzazione e il versamento dei contribuiti» dello stesso Boeri, spiegando che il suo ragionamento è privo di fondamento, dato che i migranti non vengono in Italia per restare.
(foto di copertina: ANSA/PASQUALE BOVE)