Il razzismo non alberga in Forza Italia. Così Silvio Berlusconi risponde, con una lettera pubblicata su Il Giornale, alle accuse piovute nei giorni scorsi, dopo che il suo partito si è astenuto sull’istituzione della commissione contro l’antisemitismo e l’odio razziale in Senato e dopo che i suoi rappresentanti non si sono alzati in piedi ad applaudire Liliana Segre.
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Il Cavaliere ha motivato l’astensione con alcuni aspetti della norma che non sarebbero stati, a suo dire, corretti nei confronti della manifestazione del libero pensiero e che Forza Italia aveva presentato una propria mozione, perché favorevole all’istituzione di una commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni di intolleranza.
«Alla senatrice Segre ho espresso e voglio ribadire la mia stima – ha detto Silvio Berlusconi -, la drastica condanna per le ignobili aggressioni di cui è stata oggetto e il mio commosso omaggio alla straordinaria testimonianza storica e umana di cui è portatrice». Inoltre, Berlusconi ha ribadito che il suo è stato il governo più vicino a Israele nella storia repubblicana e che fu proprio Forza Italia a proporre l’ingresso del Paese all’interno dell’Unione Europea.
Inoltre, Berlusconi ha rivelato un aneddoto che, stando alle sue parole, dovrebbe dimostrare più di ogni altra cosa l’adesione ai principi dell’antifascismo e la sua netta presa di distanza nei confronti di comportamenti antisemiti: «Mio padre è stato esule in Svizzera per non finire nelle mani dei nazifascisti – ha scritto Berlusconi -, mentre mia madre, incinta, rischiò la vita per sottrarre a un soldato nazista una donna ebrea destinata ai campi di sterminio».
Ma all’interno di Forza Italia continuano le polemiche. Capofila di questo dissenso è stata Mara Carfagna, che per prima ha parlato di un errore evidente riferendosi all’astensione del partito sulla commissione Segre. Adesso, tanti colleghi – compresi quelli all’interno dello stato maggiore, partendo proprio da Silvio Berlusconi e Antonio Tajani – hanno fatto marcia indietro, spiegando la natura dell’equivoco. La sensazione, tuttavia, è che all’interno di Forza Italia il mancato voto alla commissione Segre non abbia fatto altro che acuire i contrasti e i dissidi interni.