Il fervente suprematista di Bergamo che, dopo l’arresto, si è accorto di non esser convinto dei messaggi che condivideva

16/02/2020 di Enzo Boldi

A quel che c’era scritto su quelle centinaia di volantini affissi sui parabrezza delle auto in sosta in quel di Bergamo – e che sono stati ritrovati anche nella sua abitazione insieme a bandiere naziste, fasciste e auspici di morte contro Greta Thunberg – ci credeva, fino a qualche giorno fa. Poi l’arresto e il pentimento: il giovane bergamasco (22 anni) fermato dalle forze dell’ordine dopo esser stato ripreso mentre condivideva i suoi messaggi suprematisti per le strade della città, ora chiede scusa dicendo di aver perso la propria identità.

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Ricostruiamo la vicenda. Nella notte tra mercoledì e giovedì le forze dell’ordine hanno arrestato un 22enne – titolare di una ditta a Mozzo – dopo che le telecamere di sicurezza lo avevano immortalato mentre riempiva i parabrezza delle auto in sosta con fogli. E su quei pezzi di carta c’erano messaggi suprematisti che inneggiavano alla superiorità della razza. Poi il blitz nella sua abitazione, dove sono state trovate bandiere e vessilli nazi-fascisti oltre a poster che inneggiavano alla morte di Greta Thunberg.

Bergamo e il convito suprematista, non più convinto

E sono bastati tre giorni di carcere per fargli cambiare idea. Il legale del 22enne di Bergamo ha, infatti, dichiarato che il giovane ha chiesto scusa e non aveva compreso la gravità del suo gesto. È pronto a pagare le conseguenze di quanto fatto, ma il tutto è stato provocato da un momento di debolezza che andava avanti da un paio di mesi che lo facevano sentire «privo di identità».

Le notti in carcere

Insomma, le due notti passate in carcere lo hanno fatto riflettere sulla gravità di quei messaggi neonazisti e suprematisti con cui aveva infestato le auto in sosta nelle settimane scorse. O, almeno, questa è la linea difensiva che il 22enne ha deciso di tenere in attesa di un processo.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Anpi – Brescia)

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