Beppe Grillo e il post pasticcio sui 68 mila morti causati dallo smog (e dal governo Renzi)

Ieri Beppe Grillo, nel post “Morti di guerra in tempo di pace #68000morti” ha parlato del problema dell’emergenza smog nelle città. Lo fa attaccando l’esecutivo:

Premier e ministri non si rendono conto di ciò che accade nel Paese. Litigano per mezzo punto percentuale di PIL e fanno decreti lampo di domenica per salvare le banche mentre passeggiano incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani che non hanno saputo proteggere. Sono una sciagura per il Paese, il prezzo della loro spocchia lo stiamo pagando col sangue. Prima se ne vanno e meglio è.

Beppe Grillo dà ampio spazio ai problemi dell’inquinamento, cita i dati Istat e riprende il lavoro di Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia presso l’Università di Milano Bicocca, pubblicato sul network Neodemos, un interessante progetto dove nel gruppo d’orientamento figurano personalità come Elsa Fornero e Romano Prodi. Ecco cosa è stato riportato sul blog:

Come si giustifica un rialzo della mortalità di queste dimensioni? E’ solo la naturale conseguenza del progressivo marcato invecchiamento della popolazione italiana o è (anche) un segnale di allarme? Il sistema socio-sanitario, che finora ha permesso un continuo allungamento della vita anche alle età anziane, inizia forse a subire gli effetti di una congiuntura economica meno favorevole? In altre parole ci chiediamo se i tagli alla sanità pubblica, dovuti alla crisi, abbiano accresciuto nel corrente anno il rischio di mortalità nei gruppi tipicamente più fragili: i vecchi”.

I tagli alla sanità sono responsabili dei morti? I nostri anziani sono in pericolo? Il problema è che Blangiardo stesso ha dichiarato come il leader M5S abbia manipolato i dati in questione nel suo post sul blog. Ecco la sua intervista su Il Mattino, dove chiarisce come lo smog non sia l’unica causa da ricercare. Anzi:

«L’incremento delle morti – chiarisce lo studioso – c’è stato eccome. Ma di qui a imputare la causa solo all’inquinamento ce ne vuole. Ci sono invece un mix di motivi tutti fondanti. Primo l’invecchiamento della popolazione. Ad esempio, sul solo caso milanese, ho rilevato che da un anno all’altro l’incremento più
vistoso si è avuto per gli over85enni. Dunque almeno in 20mila casi il motivo è l’età sempre più avanzata. Gli altri motivi riguardano poi il crollo delle vaccinazioni nel 2015 rispetto al 2014. Questo perché – come si ricorderà – si diffuse un vero e proprio panico da vaccino e naturalmente i soggetti più deboli sono state le prime vittime. A questo aggiungiamo la forte crisi del sistema sanitario: a furia di tagliare, risparmiare e spostare si è finiti col costringere i pazienti a pagare di tasca propria gli esami in strutture private. Il punto è che le fasce più povere sono state automaticamente messe fuori. E hanno dovuto rinunciare o spostare troppo oltre indagini cliniche che in molti casi sarebbero state salva-vita. Infine, anche le rivendicazioni sindacali dal fronte della Croce Rossa ci hanno messo lo zampino riducendo sensibilmente le unità operative addette a prestare i primi soccorsi». E allora il dubbio sorge spontaneo: vuoi vedere che per confezionare tutti quei titoli ad effetto sull’aumento dei morti avvelenati solo dall’aria, dall’acqua e dalle polveri sottili, Grillo non abbia poi strumentalizzato le cifre del demografo? «Trovo – dice il diretto interessato – quella di giocare con i numeri una orrenda pratica tra l’altro molto diffusa in politica. Il dovere di noi studiosi è informare in modo corretto perché chi ha il potere di intervenire per migliorare le cose, possa farlo. È un servizio sociale in piena regola. Se poi c’è chi manipola i dati ad arte per finalità partitiche davvero non so che dire. Questa non è ne resterà la prima e ultima volta. Io comunque vado avanti nel mio lavoro».

Anche perché, se rileggete l’articolo del docente di demografia, si parla di molti potenziali fattori ma non certo della emergenza smog. Sul blog di Grillo si è sollevata una polemica politica, parlando di morti,  basandosi su un articolo che però non cita l’emergenza inquinamento ma bensì congiunture economiche e welfare. Non solo, nel post si riprendono dati poi ridimensionati dall’autore stesso.  «Se poi c’è chi manipola i dati ad arte per finalità partitiche davvero non so che dire. Questa non è ne resterà la prima e ultima volta. Io comunque vado avanti nel mio lavoro», ha spiegato il professore contattato da Il Mattino. Cui prodest?

(in copertina foto ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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