Bellingcat bannato in Russia

Roskomnadzor, Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, blocca altri portali come quelli di Ust-Kut 24, Postimees e Bellingcat

16/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Bellingcat bannato in Russia. Dopo il blocco di Euroradio, sito web della stazione radio bielorussa, secondo quanto riporta Roskomsvoboda – organizzazione non governativa russa di supporto alle reti di autoregolamentazione aperte e che salvaguardia la protezione dei diritti online degli utenti, contrastando la censura sul web e diffondendo la libertà di informazione e autoregolazione – il Roskomnadzor, il servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, avrebbe bloccato i portali di Ust-Kut 24, di Postimees e anche di Bellingcat, gruppo di giornalismo investigativo.

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Bellingcat bannato in Russia: ancora una volta si cerca di frenare la diffusione della verità

Aumenta sempre più il numero dei siti web bloccati durante il conflitto russo-ucraino e, nella giornata odierna, sarebbero stati registrati 32 portali nell’elenco dei siti vietati. Roskomnadzor banna altri 13 siti web di media, oltre a quelli già bloccati in precedenza, secondo Afp («Agence France-Presse», agenzia di stampa francese tra le più importanti al mondo), tra cui i portali dei media investigativi Bellingcat – progetto editoriale di giornalismo investigativo con l’obiettivo di  verificare i fatti che accadono con sistemi di intelligence «open source» – e dei media locali russi e di lingua russa con sede in Israele e Ucraina. Tutti questi portali non sono risultati più accessibili da oggi senza l’utilizzo di una rete privata virtuale (VPN). Questi siti ora fanno parte dell’elenco ufficiale dei portali bannati da Roskomnadzor. 

Abbiamo già parlato dei tentativi dell’ambasciata russa in Israele per contrastare il lavoro di Bellingcat, il quale, invece, mostrava «soltanto» la disinformazione dell’ambasciata stessa riferendosi ad un sito gestito dal governo russo ed elevandolo come prova.

Il blocco dell’account Twitter di Bellingcat fu immediato.

Roskomnadzor ha bloccato il sito web di Kavkazsky Knot, sito di notizie online fondato nel 2001 con Grigory Shvedov come caporedattore: «Caucasian Knot lavora per te dal 2001. Abbiamo sempre cercato di scrivere in modo veritiero e onesto gli eventi nelle regioni della Russia meridionale, del Caucaso settentrionale e meridionale. Ma oggi la nostra risorsa è stata bloccata su richiesta della Procura generale», aggiungendo che, ad ogni modo, i suoi dipendenti continueranno a lavorare.

La stessa Procura generale russa, pochi giorni fa, inviava la richiesta al Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa (Roskomnadzor) di bloccare l’accesso ad Instagram, nonché che la piattaforma Meta cessasse le sue attività in territorio russo poiché ritenuta dalla stessa un’organizzazione estremista. Sulla base di questa richiesta, interveniva il comitato investigativo che apriva un procedimento penale nei confronti di Meta, perché non aveva vietato fin da subito le affermazioni di odio contro le armate russe.

Ma queste non sono state le uniche iniziative di Roskomnadzor, la quale, su intimazione dell’ufficio del procuratore generale, bloccava la trasmissione della stazione radio Ekho Moskvy e, parimenti, quella del canale tv Dozhd – agente dei media stranieri – in Russia. Attualmente, la trasmissione di «Echo of Moscow» risulta bloccata, sia via radio che sul web ed il Consiglio di amministrazione di Echo ha deciso di eliminare tutti gli account dei social media aziendali. La decisione sarebbe stata presa a causa delle false informazioni diffuse in merito alle attività delle truppe russe nell’ambito di un’operazione militare speciale, oltre a richiami alla violenza nei contenuti radio e tv. Echo ha dichiarato che sospenderà in via temporanea i propri lavori, ma i redattori sono fiduciosi di tornare presto «in onda». Vengono bloccati anche Meduza, Mediazona, TJ, BBC, Deutsche Welle e tanti altri media e siti web inclusi, dal Ministero della Giustizia, nel registro dei media che svolgono la funzione di agente estero. Ancora una volta, la Russia tenta di bloccare la circolazione di notizie veritiere diffondendo disinformazione e fake news.

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