Belardinelli sì, Aldrovandi no: consentito il ricordo al neonazi, non quello al giovane ucciso dalla Polizia

18/03/2019 di Enzo Boldi

Sta facendo rumore la coreografia della Curva Nord dell’Inter dedicata a Daniele Belardinelli. Durante il derby di Milano, infatti, nel settore destinato ai tifosi nerazzurri è comparso uno striscione in memoria del tifoso del Varese morto durante gli scontri prima del match di San Siro con il Napoli dello scorso 26 dicembre. Una decisione che ha provocato grande indignazione dato che, come noto, il 39enne faceva parte del gruppo neonazista Blood&Honour. E, oltre al volto di Belardinelli, la coreografia dei supporters nerazzurri ‘citava’ anche quel gemellaggio.

A dare il via libera per l’esposizione di quello striscione è stato il Gos (Gruppo operativo di sicurezza) che ha l’onere di autorizzare quali coreografie possono entrare negli stadi italiani e quali no. E all’inizio il parere era stato negativo, proprio per evitare malumori e polemiche. Poi, però, dal Viminale (che controlla il Gos) è arrivato il via libera e lo striscione dedicato a Daniele Belardinelli è stato esposto durante il derby di Milano.

Lo striscione dedicato al neonazi morto approvato dal Viminale

Una scelta che fa riflettere dato che, ogni tanto, lo stesso Gos non ha dato autorizzazioni a striscioni dedicati a personaggi meno ‘eversivi’ rispetto a Belardinelli. L’ultimo episodio risale proprio a sabato pomeriggio quando a Ferrara, in occasione del match di campionato tra Spal e Roma, la polizia penitenziaria e gli steward hanno sequestrato uno striscione dei tifosi giallorossi dedicato a Federico Aldrovandi, il giovane ferrarese morto il 25 settembre 2005 durante un controllo di polizia.

I casi Belardinelli-Aldrovandi

E non è la prima volta che una coreografia dedicata ad Aldrovandi non viene fatta entrare nello stadio e, quando riesce a varcare i cancelli, porta a multe salate da parte del giudice sportivo. In particolare la tifoserie della Spal è sempre stata molto vicino al caso del giovane ferrarese ucciso nel 2005. Non ultimo il caso del dicembre 2017, quando è stato bloccato l’ingresso dello Stadio Olimpico di Roma della bandiera con il suo volto. Oppure, qualche settimana dopo, la multa ai sostenitori del Siena per aver esposto uno striscione ritenuto «provocatorio nei confronti delle forze dell’ordine» (questo recita il comunicato del Giudice sportivo). E quella provocazione era il volto di Federico Aldrovandi, non quello di Daniele Belardinelli.

 

(foto di copertina: fermo immagine da diretta del derby Milan-Inter del 17 marzo 2019, Sky Calcio)

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