La vera storia del bambino siriano che disse: «Dirò cosa mi hanno fatto a Dio»

È giusto riproporre una fotografia e una frase del passato con l’obiettivo di risvegliare le coscienze su fatti di cronaca come l’offensiva militare della Turchia di Erdogan nei confronti dei curdi in Siria. Ma sarebbe altrettanto corretto non spacciarla per una cosa recente solamente con l’obiettivo di prendere like e renderla virale confondendo le acque. È il caso dell’immagine del bambino siriano che è tornata a comparire sui social network negli ultimi giorni, dopo i primi bombardamenti.

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«Dirò cosa mi hanno fatto a Dio, gli dirò tutto» è il testo che accompagna l’immagine straziante di un bambino siriano rimasto vivo (ma ferito) dopo uno dei tanti bombardamenti. Ma non si tratta, come invece vuole la narrazione quotidiana sui social, di uno scatto e di una citazione recente. Tracce di quella fotografia, infatti, risalgono online dal 2013 e accompagnavano diversi articoli che raccontavano le storie della guerra in Siria, iniziata nel 2011.

La storia del bambino siriano

Il piccolo, 3 anni all’epoca dello scatto, sarebbe rimasto ferito dal crollo della sua abitazione nel 2013. Una volta arrivato in ospedale è stato medicato, ma le lesioni erano state troppo gravi e profonde dal provocare la sua morte qualche giorno dopo. E lì, sul letto d’ospedale, avrebbe pronunciato quell’accusa di cui avrebbe portato il contro a Dio una volta morto.

La canzone di Martina Attili: «Quando morirò, dirò tutto a Dio»

Negli ultimi giorni, proprio con l’avvio dell’offensiva delle truppe di Erdogan in Siria, anche la musica ha denunciato le violenze. E su Youtube è stato pubblicato un video da Martina Attili, salita agli onori della cronaca musicale dopo la sua partecipazione alla penultima edizione di X Factor.

Il suo brano «Quando morirò, dirò tutto a Dio» si ispira esattamente alle parole del bambino siriano rimasto vittima dei bombardamenti nel 2013. Denuncia quel che lascia la guerra e cosa provocano tutte quelle bombe che, anche oggi, stanno martoriando la Siria.

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