Nemis, il bambino di 9 anni che fa la drag queen

12/01/2018 di Redazione

Drag queen a soli 9 anni. Già da bambino artista e modello per un marchio di moda. È la storia di Nemis Quinn Mélancon Golden, nome d’arte Quenn Lactatia, probabilmente il più piccolo al mondo tra i maschietti ad aver scelto di esibirsi in pubblico travestito da donna, certamente il più famoso. Nato a Montreal, spalleggiato dalla sua famiglia nella sua attività, è diventato famoso dopo essere salito sul palco al fianco di Bianca Del Rio, lo scorso anno, più di recente è stato ingaggiato da Brandon Hilton, artista e designer, che lo ha voluto come testimonial dei suoi capi di abbigliamento, la linea ‘House of Mann’, che comprende anche completi intimi e indumenti bondage.

Nemis, il bambino di 9 anni che fa la drag queen, Queen Lactatia

Nemis ha così fatto il giro della rete, mostrandosi con abito di paillette, lustrini, parrucche. Sul web come sul palco. Spalleggiato dai suoi familiari, che lo seguono nella sua attività e raccontano di non aver mai ostacolato o imposto le scelte del piccolo Nemis. I genitori un anno fa hanno anche pubblicato una lettera per raccontare come l’hanno cresciuto e per quale motivo per loro non sia mai stato un problema vedere il figlio in abiti femminili. «Quando si traveste si sente una ragazza, quando invece non indossa la parrucca è un maschio, ma chissà in futuro. Noi abbiamo cresciuto i nostri figli dicendo che non c’è niente che è solo per femmine e nulla solo per maschi. Lui ad esempio ha sempre adorato i vestitini della sorella e per noi non è mai stato un problema».

 

 

Non tutti la pensano così, però. La pubblicazione delle immagini del bambino in indumenti da donna non è stata particolarmente gradita a molti. Così Queen Lactatia ha imparato subito a conoscere le offese e gli insulti per una passione non consueta, bersagliata da troll più o meno organizzati. Quando, a fine dicembre, le foto sono spuntate su Instagram, hanno subito catturato l’attenzione degli utenti di Chan4, un sito dove è possibile inviare messaggi in forma anonima frequentato da molte persone con simpatie per l’estrema destra, che non hanno esitato a lanciare accuse di incitamento alla pedofilia e agli abusi su minori. Accuse che sono poi comparse anche su Twitter e altri social. E hanno travolto il designer. Hilton all’Huffington Post ha raccontato anche di aver ricevuto perfino minacce di morte. Ma Queen Lactatia, ha spiegato, ha solo indossato una tuta: non è mai stato pensato di disegnare per il bambino drag queen di farle indossare altri indumenti. Niente indumenti da burlesque o fetish.

 

 

«Abbiamo visto un bambino in una tutina, un bambino che vive il suo sogno, che fa ciò che vuole. Lactatia ha scelto la tutina, ha scelto tutto». Insieme ai genitori. «Stiamo cercando di creare un futuro in cui i bambini si sentano liberi di essere sempre se stessi», ha dichiarato Hilton all’Huffington Post. Un concetto che aveva espresso anche la mamma nella lettera. «Invece di portarlo a calcio, lui vuole fare lezioni di Vogue, e noi ce lo portiamo. Quando andiamo a fare shopping passiamo sia dai reparti con i pantaloni con i teschi, sia da quelli con le gonne e le pailettes. Con Nemis abbiamo anche parlato del fatto che la maggior parte delle drag sono gay, lui non pensa di esserlo per ora, di queste cose ne abbiamo discusso a lungo e lo faremo anche in futuro».

 

 

(Foto dal profilo Instagram di Queen Lactatia)

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