La confusione nel Governo sul futuro di Autostrade: 7 piani per 7 correnti nella Maggioranza

28/08/2018 di Enzo Boldi

Dalla revoca della concessione alla nazionalizzazione, il futuro di Autostrade per l’Italia è al centro di diverse correnti all’interno della Maggioranza di governo che fatica a trovare una linea di pensiero unica tra i propri rappresentanti. Ieri le parole di Luigi Di Maio, che hanno seguito a ruota quelle del Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, hanno fatto emergere una preoccupante confusione tra gli stessi membri dell’Esecutivo.

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Sulle pagine odierne del quotidiano La Stampa, Gianluca Paolucci racconta delle sette diverse versioni su come sarà il futuro di Autostrade. «Sette capriole» che la Maggioranza pentaleghista ha fatto partendo dalle reazioni a caldo subito dopo il tragico crollo del Ponte Morandi di Genova. Queste le  sette ipotesi proposte dai vari Ministri e rappresentanti gialloverdi: revoca totale della concessione (regolata dal contratto), revoca parziale (riferita solamente alla gestione dell’A10), revoca con ristoro (con il risarcimento per la chiusura anticipata del contratto a favore di Atlantia), revoca senza ristoro (in base alla «giusta causa» di cui ha parlato Di Maio), esproprio (con Autostrade spogliata della concessione), nullità dell’atto (prevista dal codice, ma previa lunghi e lenti approfondimenti) e ingresso nel capitale (con Cassa depositi e prestiti).

Autostrade confusione nel Governo: sette ipotesi diverse in 14 giorni

Sette ipotesi, profondamente diverse tra loro che mostrano uno stato di inquietudine tra le diverse correnti presenti nell’eterogenea Maggioranza gialloverde. Come sostiene Gianluca Paolucci su La Stampa, il tema caldo delle ultime ore, dopo le parole di Toninelli (che hanno aggiunto ancora più nebbia sulla questione) e quelle di Di Maio, è la nazionalizzazione di Autostrade per l’Italia. La questione è diventata molto cara al Movimento 5 Stelle, mentre dalla Lega non si vedono aperture su questa linea.

Autostrade confusione, fase di stallo dopo i proclami di rapida soluzione

Le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti («Non credo che lo Stato faccia meglio le cose in privato») segnano il passo della netta divisione ideologia sulla nazionalizzazione di Autostrade. Nel frattempo, tornando al concreto, lo scontro si sta spostando anche su chi debba costruire il nuovo ponte a Genova. Il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti chiede sia la stessa Autostrade, in modo da ridurre i tempi. Di Maio, invece, è alla ricerca di altre aziende. A quattordici giorni dal crollo del Ponte Morandi, intanto, ancora nulla è deciso. Anche se gli annunci a caldo annunciavano soluzioni rapidissime.

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

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