Autopsia di Pamela Mastropietro, una ferita alla testa compatibile con una morte violenta

09/02/2018 di Redazione

L’autopsia di Pamela Mastropietro indica come potrebbe esser stata uccisa da una persona, probabilmente Innocent Oseghale, e non da un’overdose provocata dall’eroina. Secondo i risultati della nuova autopsia condotta dal professor Mariano Cingolani esiste la possibilità di una morte violenta per la giovane romana trovata fatta a pezzi in due trolley lasciati in un boschetto a Pollenza, vicino a Macerata.

Autopsia di Pamela Mastropietro, una ferita alla testa compatibile con una morte violenta

Il medico legale rimarca al Corriere della Sera e a Repubblica di oggi come ci sono «Ci sono dati a conforto di questa ipotesi, segni di applicazione di violenza sicuramente in condizioni di vitalità». La nuova autopsia ha individuato quale sia il corpo contudente con cui è stata applicata energia contro la sua tempia. Secondo Cingolani  per l’autopsia di Pamela Mastropietro la diciottenne potrebbe anche esser caduta contro uno spigolo, ma la ferita sembra sia stata provocata quando era ancora in vita, anche se non è mortale.  Sul corpo della ragazza ci sono ferite al fegato che sembrano anch’esse state fatte quando era in vita, anche se i dubbi in questi caso rimangono elevati.

 

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Il medico legale definisce incredibile il lavoro di sezionamento del cadavere della ragazza, parlando di autopsia sconvolgente perché «nessun taglio è stato fatto a caso». Altra novità rilevante dell’autopsia condotta all’ospedale di Santa Lucia è stata l’identificazione del mezzo con cui è stato fatto a pezzi il corpo di Pamela Mastropietro. Sarebbe proprio uno dei coltelli ritrovati in via Spalato, nell’appartamento di Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver fatto tutto questo insieme a un complice. Visto che la decomposizione del cadavere rende difficile valutare l’ipotesi dello strangolamento la testa di Pamela Mastropietro sarà sottoposta a una Tac.

 

 

Il professor Cingolani è rimasto particolarmente colpito dalla perizia usata nel fare a pezzi il corpo di Pamela Mastropetro. «Sinceramente non capisco com diavolo abbia fatto in una vasca da bagno, il luogo che immagino gli inquirenti, o in condizioni simili», spiega il medico legale a Repubblica e al Corriere della Sera. La procura di Macerata ha lamentato la fortissima presione sull’inchiesta, e ha indicato che entro 20 giorni gli esami tossicologici e quelli dell’autopsia dovrebbero chiarire la dinamica della morte di Pamela Mastropietro.

 

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