Aurora Leone è l’ennesima influencer che smaschera i tabù di un programma-istituzione della tv

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La ragazza dei The Jackal accusa di sessismo gli organizzatori della Partita del Cuore

Era un po’ lo spartiacque decisivo delle estati degli anni Novanta: quelle che separano l’ultima partita di campionato dall’inizio degli europei, dei mondiali o – negli anni dispari – semplicemente delle sessioni di calciomercato. La Partita del Cuore – che negli anni scorsi è stata sempre trasmessa dalla Rai e che quest’anno, invece, è passata sulle reti Mediaset dove avrebbe fatto il suo debutto proprio oggi, 25 maggio, in diretta dall’Allianz Stadium – era un’istituzione della tv tradizionale. E ancora una volta, un programma di questo calibro è stato smascherato dalla potenza di fuoco degli influencer, in questo caso Aurora Leone, del gruppo dei The Jackal.



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Aurora Leone smaschera la Partita del Cuore

Il caso più celebre, ovviamente, è stato quello di Fedez al Primo Maggio. Anche in quella circostanza uno degli influencer più seguiti in Italia aveva riportato una conversazione personale (che era avvenuta al telefono) che aveva gettato più di un’ombra sul diritto degli artisti a esprimersi sul palco del Concertone. Ma quanto accaduto ad Aurora Leone non è da meno. La denuncia è avvenuta sempre via Instagram Stories. L’attrice ha sottolineato come prima sia stata invitata a disputare la Partita del Cuore come rappresentante dei Campioni della Ricerca (sfidanti della Nazionale Cantanti), con tanto di completino inviato su misura, poi sarebbe stata allontanata dal tavolo della formazione perché non gradita.



«Ci siamo seduti al tavolo con la nazionale Cantanti e una volta lì, l’organizzatore Pecchini si è avvicinato a noi dicendo che Aurora non poteva star seduta lì. Noi ci stavamo alzando pensando che fosse perché facevamo parte della squadra avversaria. Ma poi l’organizzatore ha detto che Ciro poteva restare, mentre solo io me ne dovevo andare – ha spiegato Aurora Leone, in compagnia di Ciro Priello, leader del gruppo The Jackal -. Io chiedo spiegazioni e lui mi dice: “Sei una donna, non puoi stare qui, queste sono le nostre regole“. Tra l’altro io ho osservato che non ero l’accompagnatrice di Ciro, ma che ero stata convocata. Lui mi ha risposto: “Non mi far spiegare perché non puoi stare qui. Alzati”. Poi, mi ha raggiunto il direttore generale della nazionale Cantanti, affermando che c’era stato un malinteso e che non potevamo stare seduti lì perché parte della squadra avversaria. Quando io gli ho fatto notare che i termini non erano stati questi e che ero stata convocata, con tanto di richiesta di taglia per il completino mi ha risposto: “Ma il completino puoi mettertelo anche in tribuna, da quando in qua le donne giocano“».

La conversazione è poi degenerata, vista la rabbia di Ciro Priello che ha supportato da vicino la collega. I due sono stati cacciati dall’albergo che li ospitava e, di conseguenza, hanno deciso di non partecipare all’evento, pur continuando a riconoscere l’importanza della ricerca contro il cancro (l’obiettivo dell’evento è proprio la raccolta fondi per questo scopo).

Gli influencer che dimostrano le discrasie del vecchio sistema televisivo

La nazionale Cantanti, da parte sua, ha risposto così: «La Nazionale Italiana Cantanti, non ha mai fatto discriminazioni, di sesso, fama, genere musicale, colore della pelle , tipo di  successo e followers . C’è solo una cosa nella quale non è mai scesa a compromessi: noi non possiamo accettare arroganza e minacce dai nostri ospiti».

La riflessione che va fatta, al di là della disputa, è come – in un contesto in cui gli influencer rappresentano la loro vita in diretta, grazie allo strumento del live Instagram (e non soltanto quando le telecamere di uno studio televisivo o di un collegamento da uno stadio si accendono) – non ci sia più possibilità di tacere malcostumi che, in passato, sicuramente erano tollerati e si verificavano costantemente. Fa capire esattamente come il modello della vecchia organizzazione televisiva sia ormai superato, sia nelle forme e sia – soprattutto – nei contenuti. Impossibile sentire, nel 2021, che le donne non possano giocare a calcio. Surreale pensare che una cosa del genere, pronunciata di fronte a influencer, non possa essere divulgato sui canali di comunicazione, diventando di dominio pubblico. Con una diffusione di gran lunga maggiore rispetto a qualsiasi share televisivo.