L’audizione di YouTube, Snapchat e TikTok: «Essere diversi da Facebook non è una difesa»

Per la prima volta, Snapchat e TikTok si sono trovate in udienza a Capitol Hill e hanno cercato di prendere le distanze da Facebook

27/10/2021 di Gianmichele Laino

È stata tutta una continua presa di distanza da Facebook. Nelle premesse e nei contenuti. Nella giornata americana di ieri è andata in scena l’audizione al Congresso – davanti a una commissione di senatori bipartisan – di YouTube, Snapchat e TikTok. Per le ultime due piattaforme – rappresentate rispettivamente da Jennifer Stout (vicepresidente di Snapchat) e da Michael Beckerman (alla testa delle public policies della piattaforma cinese) – è stata la prima volta davanti al Congresso. YouTube, in passato, aveva già avuto un ruolo nelle audizioni della casa madre Google e questa volta era rappresentata da Leslie Miller (vicepresidente). Il tentativo delle piattaforme è stato abbastanza chiaro: dimostrare al senatore Blumenthal e ai suoi colleghi che il loro modus operandi è molto diverso da quello di Facebook.

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Audizione Congresso di Snapchat, TikTok e YouTube: com’è andata

In realtà questa premessa è stata scoraggiata immediatamente dal senatore a capo della sottocommissione che si occupa delle piattaforme digitali. «Essere diversi da Facebook – ha detto in apertura di udienza – non rappresenta una difesa». Come a voler indicare che, in realtà, ci sono molti modi per distinguersi e, allo stesso tempo, operare in maniera border line. Detto questo, però, le tre piattaforme presenti in aula si sono impegnate a condividere i risultati delle ricerche interne (ricordiamo che proprio la mancata pubblicazione dei risultati delle ricerche interne di Facebook sull’utilizzo dei minori della piattaforma di Instagram è stata l’origine di tutti i Facebook Papers e di tutte le polemiche che stanno attraversando in queste ore la società di Menlo Park) e a essere molto trasparenti sui provvedimenti adottati.

L’impatto dell’audizione al Congresso

Mentre TikTok si è fatta forte della sua politica che impedisce ai ragazzi di età inferiore ai 16 anni di poter condividere, attraverso la sua piattaforma, dei messaggi privati e ha battutao il ferro sul fatto che in realtà non sia altro che uno strumento di intrattenimento dove si realizzano brevi video, Snapchat si è presentato sostanzialmente come una società che ha il suo focus principale nelle fotocamere, una sorta di antidoto ai social network.

Lo smarcamento da Facebook sembra essere evidente e sicuramente ha proiettato sotto una luce diversa la presentazione delle tre società davanti al Congresso. Un Congresso che, tuttavia, sembra intenzionato ad andare avanti per la propria strada nel proporre una legislazione specifica che possa finalmente regolamentare l’utilizzo delle piattaforme sociali, soprattutto per quanto riguarda i minori, con diverse modifiche e aggiornamenti al Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) e al KIDS Act.

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