Attenzione a credere ciecamente ai messaggi WhatsApp e Telegram su Gubbio

Abbiamo fatto delle verifiche e ci sono degli elementi di contesto che vanno presi in considerazione prima di fare meme o facili ironie

21/10/2022 di Gianmichele Laino

Prima di riportare le notizie senza verifica o trascrivere ciecamente gli audio su Gubbio che stanno circolando su WhatsApp e su Telegram, sarebbe stato opportuno effettuare alcuni approfondimenti per dare il giusto contesto alla vicenda che – recentemente – sta letteralmente spopolando sui social network, con tanto di diffusione di messaggi vocali – appunto – e di immagini davvero poco appropriate. La notizia sarebbe quella di malori diffusi in seguito a una cena collegata a una associazione di pesca sportiva, causata dal pesce crudo. Circola del materiale in proposito e – sicuramente – non rende giustizia a quanto accaduto, prestandosi a facili ironie da meme. Ma soprattutto questo materiale – che non riportiamo per questioni deontologiche – non proviene da fonti ufficiali e non offre gli estremi per comprendere la vicenda.

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Audio di Gubbio, le verifiche di Giornalettismo

Giornalettismo ha avuto accesso ad alcune fonti eugubine e questo è quello che abbiamo ricostruito. Innanzitutto, la data dell’evento. Non si tratta, come sta circolando in queste ore, di un qualcosa avvenuto recentemente. Alcune informazioni non verificate parlano di una cena che si sarebbe svolta domenica scorsa. Sbagliato. L’episodio sarebbe accaduto il 2 ottobre. 

Ci sono degli altri punti da chiarire. Non è detto che si sia trattato di una intossicazione alimentare dovuta al consumo di pesce crudo. Possibile che sia stato un virus intestinale: già qualche giorno prima un episodio di malori diffusi aveva interessato la comunità eugubina. Dopo una cerimonia, infatti, alcune persone avevano accusato forti dolori intestinali, ma un virus potrebbe essere stata la causa più probabile di tutto ciò. Su questo aspetto, tuttavia, ci riserviamo maggiori approfondimenti. Giornalettismo ha contattato il Centro della Salute di Gubbio, ma soltanto nelle prossime ore potremmo avere maggiori informazioni su questa circostanza.

UPDATE: Su questo punto, è intervenuta l’associazione di pesca Ikuvium Big Game Fishing Gubbio, che ha precisato che non sono state riportate intossicazioni alimentari. «Nessuna delle persone partecipanti al pranzo – si legge in una nota – si è recata presso autorità sanitarie ed ha avuto necessità di alcun intervento sanitario. Le due ambulanze accorse sul luogo hanno trasportato per accertamenti due pazienti dimessi nel tardo pomeriggio, non evidenziando alcuna intossicazione alimentare nei referti». 

Le foto false. Nel marasma e nella confusione di queste ore, si stanno diffondendo anche immagini out of context. Sui social e sulle app di messaggistica è circolata con molta insistenza l’immagine di un uomo con i pantaloni bianchi, evidentemente macchiati da quella che – nelle immagini – sembra essere diarrea. In realtà, la foto è presa da internet e non ha alcun collegamento con Gubbio: si tratta, infatti, di una linea di vestiti di Halloween/carnevale che simulano pantaloni macchiati da feci e urina (sì, vabbè, sappiamo che ci sono vestiti di carnevale migliori). Attraverso una ricerca per immagini, si può facilmente risalire al sito dove questi pantaloni sono in vendita. Il sito è Pee&Poo Pants.

La storia degli incidenti stradali. Anche su questo punto, in realtà, le fonti ufficiali consultate da Giornalettismo erano state prudenti. Nessuna segnalazione, ad esempio, era arrivata all’ufficio della Polizia Locale di Gubbio. Ulteriore conferma di questo è arrivata sempre dal comunicato dell’associazione di pesca Ikuvium Big Game Fishing Gubbio: «Quello che sta girando in merito all’incidente stradale avvenuto nel pomeriggio al nostro associato, viste le foto e audio di cattivo gusto, è infondato».

La questione dell’igiene digitale e della “diffusione di una notizia via WhatsApp”

Al di là delle informazioni e delle circostanze che rendono più chiaro il contesto, occorre fare una riflessione a proposito dell’igiene digitale di questa notizia. Diffusasi a macchia d’olio attraverso il meccanismo del telefono senza fili, la storia emersa dagli audio di Gubbio è molto delicata. Perché contiene riferimenti a persone o cose, diventati ormai di dominio pubblico. Riferimenti che, molto spesso, sono esagerati, non corretti, diffamatori. In questa circostanza, l’aver diffuso screenshot, immagini o audio con nomi propri e dati sensibili porterà inevitabilmente ad azioni legali, come ribadito anche dall’associazione di pesca sportiva. 

La notizia, verificatasi con diversi giorni di distacco rispetto alla sua diffusione sui social network, ha sicuramente rappresentato un caso di scuola su cosa sia diventato il giornalismo oggi: testate nazionali che pubblicano la notizia – molto virale sui social network – approfittando del trend di ricerca e, quindi, ottenendo molti click, si basano soltanto sugli audio ascoltati sui social network. Ma non forniscono elementi approfonditi d’indagine per chiarire il contesto della vicenda. Perdendosi, dunque, la vera differenza tra informazione e chiacchiericcio social.

UPDATE: L’articolo è stato integrato con il comunicato stampa dell’associazione di pesca sportiva Ikuvium. 

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