Kéziah, l’attivista picchiato dalla polizia nelle Antille Francesi: ritardo nei soccorsi e violazioni dei diritti

Stava protestando pacificamente contro l'avvelenamento da chlordecone

27/08/2020 di Gianmichele Laino

Quello che sta succedendo nelle Antille Francesi, dal punto di vista ambientale, è un danno che viene troppo spesso minimizzato e trascurato. Ecco perché la popolazione locale continua a combattere la propria battaglia contro l’utilizzo del chlordecone, un pesticida il cui utilizzo è stato autorizzato dalla Francia per 20 anni e che, adesso, ha causato danni immensi, contaminando buona parte della popolazione locale. In questo contesto, si inserisce la protesta dell’attivista Kéziah Nuissier, uno studente di 22 anni che il 16 luglio stava partecipando a una manifestazione pacifica.

Attivista Antille Francesi picchiato dalla polizia, cosa è successo il 16 luglio

Davanti alla stazione di polizia di Fort-de-France, in Martinica, Kéziah e alcuni manifestanti – tra cui la madre – suonano i tamburi, il simbolo di questo tipo di proteste contro il disastro ambientale delle Antille Francesi. Un poliziotto, a quel punto, irrompe nel gruppo di manifestanti, facendo in modo di creare intorno a sé un assembramento. Nelle fasi concitate della protesta, la madre di Kéziah viene colpita da un poliziotto e cade a terra.

Il giovane fa di tutto per cercare di proteggere la madre e, pertanto, prova a inserirsi – mani alzate in segno di non violenza – nella rissa che si è venuta a creare. La polizia lo colpisce ripetutamente e lo conduce in un luogo nascosto, lontano dalle telecamere che stavano riprendendo la scena. Dopo essere stato colpito ancora, viene condotto in carcere, dove resta per più di 48 ore senza alcuna assistenza e con una ferita importante alla testa. Soltanto dopo due giorni viene portato in ospedale dove, a fatica, i medici accettano che fosse sottoposto alle cure del caso.

Attivista Antille Francesi, i risvolti legali del caso

La vicenda di Kéziah, denunciano alcune associazioni che si stanno occupando della sua storia, costituisce una grave violazione dei diritti umani, in un contesto in cui – quello dell’avvelenamento delle popolazioni delle Antille Francesi – si sono già verificati gravi abusi che hanno favorito le multinazionali del settore alimentare e della grande distribuzione (secondo alcuni report, tra il 92 e il 95% della popolazione di Guadalupa e Martinica è contaminato dall’uso del pesticida fatto dagli anni Settanta agli anni Novanta).

Il 13 agosto, il controllo legale su Kéziah è stato revocato, ma il suo processo si svolgerà proprio il 27 agosto. Un processo che parte dal presupposto che sia stato lui ad aggredire il gendarme, mentre le violenze e le omissioni di soccorso ai suoi danni rischiano di passare in secondo piano. Non solo la beffa di vivere in un territorio bellissimo eppure ad elevato tasso di contaminazione: anche il danno di non vedersi riconosciuti i più basilari diritti umani.

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