Il Foglio ha ricostruito la vicenda della chiusura dei “Caroli Hotels” per colpa delle bollette troppo care
Il giornalista Ermes Antonucci ha contattato il direttore generale, che negli ultimi giorni è stato ospite di varie trasmissioni per denunciare l'accaduto, riscontrando alcune incongruenze
05/10/2022 di Enzo Boldi
Gli aumenti del costo dell’energia sono innegabili. I dettagli degli imminenti aumenti sono stati confermati la scorsa settimana da Arera. Così come non è possibile smentire le difficoltà a cui sono andati e andranno incontro i cittadini nei prossimi mesi. Energia elettrica e gas rappresentano dei veri e propri salassi anche per le piccole, medie e grandi aziende italiane che devono fare i conti con il caro bollette. Molte attività hanno azzerato, di fatto, i guadagni. Altre sono in costante e continua perdita anche per questo motivo. E negli ultimi giorni è diventata giornalisticamente virale – e non solo sui social – la vicenda dei 5 alberghi della catena “Caroli Hotels” in Puglia chiusi proprio per via degli insostenibili costi di gestione, con il direttore generale Attilio Caputo che è stato ospite di moltissime trasmissioni (e interviste sui quotidiani) per parlare di una bolletta da 500mila euro che ha portato a quella che è stata definita come una decisione inevitabile.
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Il direttore generale della catena di alberghi ha spiegato più volte di come quella bolletta da 500mila euro abbia avuto diversi effetti a cascata: chiusura di tutte le attività («in attesa di tempi migliori») e cassa integrazione per i 275 dipendenti. Una vicenda che ha ottenuto in notevole spazio sui media. Il Foglio, però, ha provato a scavare per cercare di contestualizzare e verificare – quindi rispondendo alle dinamiche di un corretto modo di fare giornalismo – cosa è accaduto. Il giornalista Ermes Antonucci, dunque, ha provato a raccogliere informazioni più dettagliate dal diretto interessato: Attilio Caputo.
La notizia l’avrete letta tutti: “Chiudo 5 hotel per bolletta da 500mila euro”.
Il direttore del gruppo impazza in tutte le tv. Nessuno nega i rincari energetici, ma qualcuno ha verificato la vicenda?
Lo abbiamo fatto su @ilfoglio_it e non è andata bene
(piccolo spoiler in foto) pic.twitter.com/9HkRIr66A5— Ermes Antonucci (@ErmesAntonucci) October 5, 2022
Attilio Caputo e i 5 alberghi chiusi per il caro bollette
Proviamo a dare un ulteriore contesto. Negli ultimi mesi, moltissimi esercenti (o dirigenti di imprese dislocate su tutto il territorio) hanno denunciato il caro energia mostrando le ultime bollette ricevute e mostrando l’aumento rispetto alle precedenti (e quelle relative allo stesso periodo, ma nell’anno precedente). Cosa che, invece, non è accaduto con Attilio Caputo. Nelle sue varie interviste o ospitate televisive, il direttore generale del gruppo “Caroli Hotels” ha solo parlato di questa bolletta da 500mila euro, senza mai mostrarla. Per questo motivo Il Foglio ha chiesto una prova tangibile di tutto ciò, per verificare la veridicità della notizia e pubblicarla. Ma l’uomo, come riportato del quotidiano, non ha fornito quella “prova” rigettando la richiesta.
«“La bolletta potete chiederla a Ursula?”, ha risposto. “Ursula?”. “Sì, a Ursula von der Leyen, all’Europa che non fa niente per aiutare le imprese e le famiglie”. “Ma noi dobbiamo verificare la notizia, capisce?”. “E la notizia ve la do io, poi se vi interessa la pubblicate”. “Ma scusi, se una mattina un imprenditore si sveglia e dice di aver ricevuto una bolletta da dieci milioni di euro noi non possiamo mica pubblicare la notizia”. “E non fa niente, non c’è problema, non pubblicate la notizia. Ma il problema è facile, basta chiedere a Nomisma, all’Istat, quello è l’aumento che c’è stato in percentuale, non è che l’ho inventato io”».
Questo è il breve dialogo tra il dg di Caroli Hotels e il giornalista de Il Foglio. Inoltre, la stessa testata riporta anche altri dettagli mancanti nel mosaico narrativo palesato in più occasioni. Il primo riguarda la scarsa chiarezza nello spiegare se la “bolletta da 500mila euro” sia la summa di più bollette relative a ogni singola struttura. Ma c’è anche un tassello in più: un ex dipendente ha spiegato che ogni anno, dopo i mesi estivi, quattro strutture su cinque chiudono per i mesi a basso tasso turistico. Una resta aperta, ma solo per ricevimenti ed eventi.