Si allarga la minaccia hacker al sistema sanitario lombardo: colpita anche l’ATS Insubria

Il Primo Maggio era iniziato tutto dall'ASST Fatebenefratelli-Sacco

05/05/2022 di Redazione

Un attacco che sembra verificarsi, a questo punto, a macchia d’olio al sistema sanitario della regione Lombardia. Nonostante le rassicurazioni delle ultime ore, da parte del presidente della regione Attilio Fontana, relative all’attacco hacker che ha investito l’ASST Fatebenefratelli-Sacco, la minaccia sembra quantomai presente: oggi a subire un attacco hacker, infatti, è stata l’ATS Insubria, l’Agenzia di Tutela della Salute di Como e Varese. Da questa mattina, tutti i servizi stanno avendo problemi, legati ovviamente al blocco degli strumenti e delle piattaforme informatiche. È verosimile che, così come è avvenuto per ASST Fatebenefratelli-Sacco, anche per l’ATS Insubria ci sarà un ritorno al cartaceo per tutte le prestazioni di assistenza ai cittadini. Con tutte le logiche e naturali conseguenze che ciò comporta: praticamente una paralisi dei servizi o un loro fortissimo rallentamento.

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ATS Insubria, l’attacco hacker che ha seguito quello di Fatebenefratelli-Sacco

Lucas Matias Gutierrez, il direttore generale, ha alzato bandiera bianca: «Al momento – spiega – ci risulta impossibile qualunque intervento e siamo dispiaciuti per le ricadute sull’utenza, che in queste ore non può prenotare, né consultare, né interloquire coi nostri servizi».

C’è un collegamento tra gli episodi Fatebenefratelli-Sacco (per l’ASST è stato chiesto un riscatto da 1,8 milioni di euro che la regione, tuttavia, non pagherà) e quello all’ATS Insubria? A quanto pare, c’è una questione di sistema alla base. In Lombardia, ogni struttura sanitaria ha un proprio software gestionale. Questo significa che una frammentazione di questo tipo espone maggiormente i sistemi a eventuali problematiche, compresa quella cyber. Una questione che è stata sollevata anche dalla Corte dei Conti (ovviamente per questioni diverse rispetto a quelle di sicurezza informatica), ma che non può non essere presa in considerazione alla luce di quanto sta accadendo, negli ultimi giorni, ai servizi digitali – e di conseguenza a quelli offline – di larga parte della sanità lombarda.

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