Antonio De Marco ai carabinieri che lo hanno arrestato: «Da quando mi stavate seguendo?»

Del presunto responsabile dell'omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta si è cercato di tracciare un identikit

30/09/2020 di Redazione

L’apparente normalità che diventa anomalia. È questo l’elemento che ha caratterizzato la vita di Antonio De Marco fino al momento dell’arresto. Una settimana prima del 29 settembre – come ha confessato – ha ucciso nella propria casa di Lecce Daniele De Santis ed Eleonora Manta. In apparenza con un motivo futile oltre che inquietante: «Erano troppo felici». Antonio De Marco era stato, fino al mese di agosto, coinquilino dei due. Per questo motivo, alcuni colleghi del tirocinio in scienze infermieristiche presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce si erano spinti a parlare con lui – sabato sera – di quello che era successo ai due ragazzi uccisi. Lui, invece, avrebbe soltanto ascoltato, evitando – quando possibile – la conversazione. E poi quella reazione al momento dell’arresto Antonio De Marco: una sorta di risata e la domanda ai carabinieri «Da quanto tempo mi stavate seguendo?».

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Arresto Antonio De Marco e i giorni precedenti

C’è la volontà di voler ostentare una vita normale nella settimana seguita al delitto. Sabato scorso si è recato, insieme agli amici tirocinanti, a una festa di compleanno. Durante questa festa, appunto, è stato coinvolto in discussioni relative a quello che – per forza di cose – era l’argomento del giorno, ovvero il funerale di Daniele ed Eleonora. Ma i testimoni presenti quel giorno affermano che si comportava in maniera sfuggente rispetto a quelle conversazioni, pur non dando mai segnali di un possibile coinvolgimento nei fatti.

Quella sera, sempre secondo alcuni testimoni, Antonio De Marco avrebbe anche ballato. Un comportamento apparentemente normale, insomma, come quello tenuto nei giorni successivi al delitto, tra casa e tirocinio presso il Vito Fazzi. Le solite discussioni, le solite azioni quotidiane. Fino a quella domanda rivolta a bruciapelo ai carabinieri che lo stavano arrestando: «Da quanto tempo mi seguite?». L’idea di aver commesso il delitto perfetto e il castello di carte che è crollato all’improvviso.

(FOTO dalla trasmissione Rai – Storie italiane)

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