La storia vera che spiega perché è pericoloso volare nelle nubi vulcaniche

Caos in Indonesia a causa dell’eruzione del vulcano Raung sull’isola di Bali che ha costretto le autorità a chiudere lo spazio aereo “costringendo” centinaia di turisti ad una permanenza forzata sull’isola a causa della cancellazione di oltre un centinaio di voli tra l’aeroporto di Bali e quello di Lombok. L’eruzione ha causato grandi nubi che rendono sconsigliabile il volo.

VULCANO, CHIUSO LO SPAZIO AEREO

Il livello d’allerta per il vulcano, alto 3.300 metri, è un gradino sotto il livello massimo. Questo ha costretto la locale compagnia di bandiera, Garuda, a cancellare 112 voli. Stessa cosa per le altre compagnie che operano sull’isola. Certo la chiusura di uno spazio aereo a causa dell’eruzione di un vulcano può rappresentare un grave disagio, per qualcuno addirittura una scocciatura. Tuttavia la scelta di tenere gli aerei a terra ha un motivo preciso legato alla sicurezza. E come in molti eventi riguardanti l’aviazione, anche in questo caso solo un incidente mancato ha permesso di scoprire il reale effetto delle nubi vulcaniche sugli aerei, un effetto potenzialmente disastroso.

aereo vulcano
Una ricostruzione di quanto visto dai piloti del volo BA9 all’interno della cabina (Mayday-Air Crash Investigation)

IL VOLO BRITISH AIRWAYS 9 DEL 1982 E LA PERICOLOSITÀ DI UN VULCANO

Il 24 febbraio 1982 il volo British Airways 9 Londra-Auckland ha rischiato di entrare nei libri di storia come uno dei peggiori incidenti nella storia dell’aviazione. Il 747 inglese con a bordo 263 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio mentre sorvolava l’isola di Giava alle 20.40 ora indonesiana è stato avvolto da un fascio di luci simile arancio, blu e rosse simili al fuoco di Sant’Elmo. Tale luce è stata vista anche dai passeggeri ma nessuno all’inizio capì cosa stesse accadendo. Con il passare dei minuti a bordo ci si accorse che i motori erano come luminosi mentre la cabina si stava riempiendo di fumo con un’inquietante odore di zolfo.

LA CENERE BLOCCA I MOTORI

Passati due minuti il motore numero quattro andò improvvisamente su di giri per poi spegnersi con una fiammata. Dopo un minuto la stessa cosa successe al motore numero due. Dopo pochi secondi uguale sorte toccò ai motori uno e tre. Per ogni propulsore l’equipaggio tagliò l’alimentazione azionando gli estintori. Da quel momento l’aereo iniziò a planare con un rapporto 1:15, ovvero 15 chilometri per ogni chilometro in discesa. Alle 20.44 l’equipaggio dichiarò l’emergenza e iniziò a pensare ad un ammaraggio nell’oceano indiano per evitare di schiantarsi contro le montagne di Giava. I motori non si riavviarono neanche a quota 8.500 metri e con i propulsori spenti la pressione in cabina scese.

 

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GLI EFFETTI DELLA NUBE SULL’AEREO –

A 4.100 metri il motore quattro ripartì, seguito dal tre. Dopo trenta secondi si riaccesero anche i motori 1 e 2. I piloti pensarono di riprendere quota ma a 4.500 metri si ripeté l’effetto dei fuochi di Sant’Elmo con il motore 2 che iniziò nuovamente a fare le bizze. Intanto nell’aereo si era depositata cenere vulcanica e si decise di rimanere sotto i 4.500 metri. Nell’atterraggio a Jakarta l’equipaggio si rese conto che parte della strumentazione era inservibile e che i finestrini della cabina vennero levigati dalla cenere del Monte Galunggung. La nube, asciutta, non venne rilevata dai radar. La cenere levigò l’aereo con un effetto “sabbiatura” con il silicio che si fuse depositandosi all’interno del motore.

LA RISPOSTA DELL’INDONESIA NEL 1982 –

Le autorità indonesiane chiusero lo spazio aereo per un solo giorno dopo l’incidente. Diciannove giorni dopo un 747 della Singapore Airlines fu costretto a spegnere tre dei suoi 4 motori costringendo Jakarta a chiudere lo spazio aereo modificando le rotte. Il 15 dicembre 1989 un altro 747, questa volta della KLM, in volo tra Amsterdam e Anchorage, in Alaska, finì nella nube causata dall’eruzione del vulcano Redoubt. I quattro motori si spensero a causa dello stallo del compressore. Usciti dalla cenere, i motori vennero riavviati e l’aereo atterrò ad Anchorage.

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