Mafia Capitale, da Salvatore Buzzi soldi al Pd? “Li chiesi per pagare i dipendenti, tutto registrato”

Mafia Capitale, da Salvatore Buzzi sono arrivati soldi al Partito Democratico romano? Sì, e a chiederli fu proprio il tesoriere del Pd roma Carlo Cotticelli: una donazione di 7mila euro per la quale fu emessa ricevuta proprio dal Partito Democratico oggi commissariato dal presidente nazionale Matteo Orfini. “Avevamo e abbiamo”, dice Cotticelli intervistato dalla Repubblica di oggi, “difficoltà a pagare gli stipendi”.

MAFIA CAPITALE, SALVATORE BUZZI DIEDE SOLDI AL PD

Per questo il Pd Roma ritenne di non poter fare altro che rivolgersi a Salvatore Buzzi, principale esponente della Lega delle Cooperative Romane: “Abbiamo fatto un figurone con poco”, disse poi Buzzi al telefono ad un suo sodale. Cotticelli, spiega ai quotidiani, fu inviato da Buzzi dall’allora segretario romano del Partito Democratico Lionello Cosentino.

Cotticelli, lei e Buzzi vi davate del tu. Quindi lo conosceva?

«No. Io Buzzi l’ho conosciuto quel giorno, il nostro rapporto inizia e finisce lì, l’ho rivisto solo un’altra volta a dicembre, alla cena di sottoscrizione di Renzi».
E come c’è arrivato Buzzi a quella cena?
«Non lo so. So solo che qualcuno del partito lo aveva invitato e lui si rivolse a noi per sapere come fare ad avere gli inviti».
Se non conosceva Buzzi, come le è venuto in mente di andare da lui a chiedere soldi?
«Mi ci mandò il segretario Cosentino perché dovevamo risolvere il problema degli stipendi di agosto. Come ho fatto, rilasciando regolare ricevuta ».

“Credo che i due si conoscessero”, dice Cotticelli, intendendo Buzzi e Cosentino.

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IL PD ROMA: “O COSI’ O CHIUDIAMO”

A lui il partito si era rivolto per tappare i buchi della gestione dell’attività politica. Un problema annoso, che la politica non riesce più a gestire.

Ma per il Pd era consuetudine chiedere soldi agli imprenditori, tra l’altro appaltatori di Comune e Regione da voi governati?
«Per me è stata la prima volta. Consideri che il partito ormai da molto tempo non riceve più contributi. Andiamo avanti coi soldi della Festa dell’Unità, delle primarie e del tesseramento. Tutte voci in contrazione».
Non le è sembrato inopportuno?
«Avevamo problemi enormi ad andare avanti, anche adesso, gli stipendi non vengono pagati da mesi. Nel 2013 avevamo una quindicina di impiegati, adesso sono 4. E abbiamo 1,4 milioni di debiti».
Ha chiesto a Cosentino a che titolo avreste preso quei soldi?
«Erogazione liberale. Quella di Buzzi era una coop conosciuta, lui era venuto a sapere che eravamo in difficoltà e si è offerto di aiutarci».

Il Partito Democratico romano, sommerso dai debiti, funziona solo grazie “ai comitati elettorali”, le macchine di finanziamento dei singoli candidati: “Altrimenti dovremmo chiudere”, dice Cotticelli.

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