L’arbitro minacciato dai tifosi incappucciati: insulti razzisti e inseguimento in auto

15/02/2018 di Redazione

I tifosi incappucciati aspettano l’arbitro fuori dagli spogliatoi, dopo avergli rivolto insulti razzisti. Poi lo inseguono in auto. È quanto accaduto domenica scorsa in Valsusa, durante e dopo una partita di calcio dilettantistica, l’incontro valido per il campionato d’Eccellenza tra Union Bussoleno e Olmo, conclusosi con il risultato di 4 a 0 per gli ospiti. Il direttore di gara, Omar Younes, nordafricano, diversi anni di esperienza alle spalle sui campi del Piemonte, consigliere della sezione arbitrale di Torino, è stato oggetto di minacce per un arbitraggio probabilmente ritenuto ostile verso i padroni di casa, con tre giocatori espulsi. Lo racconta oggi La Stampa di Torino in un articolo a firma di Paolo Accossato.

L’arbitro nel mirino di tifosi incappucciati: squalifiche e multa

Il giudice sportivo ha comminato squalifiche pesanti (una partita a porte chiuse con la sospensione della pena per un anno) e una multa (di 800 euro) per «comportamento violento e antisportivo» e «insulti a sfondo razziale» durante il secondo tempo della partita, quando la squadra ospitante è finita in preda al nervosismo (con uno dei cartellini rossi estratto per «gravi insulti all’arbitro con atteggiamento intimidatorio»). Il giudice sportivo ha messo nero su bianco che la terna arbitrale ha raggiunto in sicurezza la propria auto «grazie all’operato dell’Organo tecnico e del Presidente della squadra ospitante» e che «una decina di sostenitori della squadra ospitante, incappucciati» hanno atteso la terna arbitrale all’uscita degli spogliatoi «con chiaro intento intimidatorio». Episodi che hanno richiesto l’intervento della forza pubblica. E che hanno avuto un seguito. I dirigenti e i calciatori dell’Olmo, la squadra ospite, prima di andare via, hanno notato un gruppetto che si aggirava in zona, gli stessi tifosi che dopo un’ora perpetravano «nelle suddette condotte, inseguendo con il proprio veicolo la terna arbitrale, con le luci abbaglianti accese, sorpassando il mezzo e rallentandone la marcia». Insomma, non proprio uno scherzo. «paghiamo il gesto diq ualche folle che non ha nulla a che fare con la società. Sappiamo bene chi sono i nostri tifosi ma non gli autori di questo folle inseguimento», è una dichiarazione del presidente della squadra ospitante riportata dalla Stampa.

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