Apple al contrattacco dell’antitrust russa: non ci sta a modificare le sue policies sul pagamento in app

Del resto si tratta di una controversia che, al gigante di Cupertino, è stata contestata anche in altri Stati

06/12/2021 di Redazione

Eravamo rimasti al processo Apple contro Epic Games. In una parte della sentenza di quello che è stato definito lo scontro legale dell’anno, il giudice americano che aveva avuto modo di esaminare la controversia aveva stabilito che il colosso di Cupertino avrebbe dovuto permettere ai gestori delle applicazioni presenti nell’App Store di indicare strumenti di pagamento diversi rispetto a quelli che avvengono in app (e che consentono ad Apple di ottenere laute percentuali sui download, che possono arrivare sino al 30% dell’operazione complessiva). In realtà, questa prassi è stata contestata anche in altre realtà geopolitiche, come ad esempio quella russa. Il servizio federale antimonopolio di Mosca, infatti, aveva già contestato questo comportamento ad Apple che, tuttavia, ha richiesto – ora – una revisione giudiziaria dell’avvertimento dell’ente regolatore.

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Apple contro la Russia per la decisione sui pagamenti in app

La controversia con l’organismo federale antimonopolio risale già al mese di settembre, quando aveva chiesto ad Apple di conformarsi e di mettere fine a una pratica – riteneva l’ufficio russo – anticoncorrenziale, con abuso di posizione dominante. A ottobre, scaduti i primi termini, l’ente regolatore aveva deciso di andare avanti per la sua strada e di procedere con l’apertura di un fascicolo antitrust. Oggi, Apple sfida il servizio antimonopolio e gli chiede una marcia indietro.

Si tratta dell’ennesimo fronte di quella che potremmo definire una vera e propria guerra tra le Big Tech e le istituzioni russe. Apple, in questo caso, ha deciso di rendere pan per focaccia e di non fermarsi al pagamento di una sanzione. Attualmente, le due parti in causa – sia l’azienda di Cupertino, sia l’organismo federale russo – sembrano in uno stallo: cortina di ferro dietro alle dichiarazioni, ma possibilità concreta che il procedimento possa andare avanti. Anche per le lunghe.

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