In che modo smartphone e app di dating entrano con noi negli studi degli psicologi

Realtà come Tinder sono in forte espansione e il dating online viene sempre più percepito come la normalità, tanto da diventare parte integrante delle sedute dallo psicologo, come ci ha raccontato il dottor Michele Spaccarotella

30/11/2022 di Ilaria Roncone

Le app di dating come Tinder sono entrate sempre più, nel corso degli anni e con l’avanzare della digitalizzazione e dell’utilizzo dello smartphone nel quotidiano, nell’immaginario e nell’utilizzo comune. Se un tempo essere iscritto a quelle che erano – nei primi dieci anni del 2000 – piattaforme come Badoo era qualcosa di cui vergognarsi o comunque da non dire ad alta voce, oggi la percezione è decisamente cambiata. Prima i millennials, poi la generazione Z, i giovani hanno sdoganato il dating online utilizzando le app dedicate nel quotidiano e rendendole un luogo digitale che – quando si vuole e per chi lo vuole – porta a trovarsi seduti da qualche parte in compagnia di persone nuove. Persone che non per forza di cosa devono essere partner sentimentali e/o sessuali ma – seguendo una tendenza che in altri paesi è già molto più diffusa – anche amici. Partendo dagli ultimi dati relativi alla diffusione e all’utilizzo delle app di dating, cerchiamo di capire quale è – oggi – il confine (più o meno sfumato) tra dating online e dating offline.

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Tinder e dintorni: i dati più recenti sul dating online

Il 2022 è stato l’anno della ripresa. Considerato che, durante la pandemia, sono milioni le persone che – per forza di restrizioni e di distanziamento fisico – si sono avvicinate al mondo del dating online, è vero che ora – con il ritorno alla vita normale – in molti scelgono di tornare a mettersi in gioco (anche) offline. Dal bilancio dell’anno 2022 di Tinder emerge, per esempio, che molte delle abitudini che abbiamo adottato durante la pandemia non sono scomparse: «Attività come “Andiamo in spiaggia” (10%), “Picnic” (23%) e “Prendiamo un caffè” (25%) sono aumentate nelle bio di Tinder, dimostrando che ormai i single sono alla ricerca di qualcosa in più rispetto a una cena o un drink», viene evidenziato nel report Tinder.

La tendenza relativa al mondo del dating online è evidente: aumenta, di anno in anno, l’offerta di applicazioni di questo tipo e diventa sei sempre più assurdo stupirsi quando qualcuno dice di essere iscritto a questa o quella applicazione per appuntamenti e – più in generale – per conoscere gente online. Mentre tra i giovani è sempre più comune utilizzare le app di dating come social network, le cifre generate da Tinder e affini sono sempre più alte e l’idea di utilizzare queste reti per incontri occasionali si fa sempre meno comune.

Esistono e perdurano pregiudizi sociali relativamente all’utilizzo di app di dating: una ricerca di Inner Circle (app per appuntamenti online) che ha preso in causa mille single italiani ha evidenziato come il 64% delle donne ritenga che le pressioni sociali impediscano di provare anche solo a iscriversi ad app di questo tipo. Oltre a questo, l’80% ritiene che i single italiani provino a nascondere il fatto di usarle e il 50% delle donne ha ammesso di averlo effettivamente nascosto. Il 48% delle donne ha ricevuto, inoltre, commenti negativi da amici e parenti rispetto all’utilizzo contro un 34% degli uomini. Grande classico quel 35% di donne che ha mentito su come ha conosciuto la persona che sta frequentando se l’incontro è avvenuto online.

«Lo smartphone è entrato nelle stanze di analisi non solo metaforicamente ma anche concretamente»

Per fornire una panoramica più ampia relativamente al fenomeno e al punto in cui tracciamo, ad oggi, il confine tra dating online e dating offline abbiamo parlato con il dottor Michele Spaccarotella (psicologo, psicoterapeuta e autore del libro “Il piacere Digitale”): «Il lavoro con i pazienti per me diventa anche un osservatorio privilegiato per poter comprendere insieme a loro i cambiamenti sociali e l’impatto che smartphone, social network e app di dating hanno avuto e stanno avendo sul modo di creare e portare avanti le relazioni», premette il dottore.

«Le moderne modalità di corteggiamento e le strategie per entrare o rimanere in contatto con i potenziali nuovi partner (sentimentali o sessuali) sono spesso al centro delle sedute di terapia. Lo smartphone – riferisce lo psicoterapeuta – è entrato nella stanza di analisi non solo metaforicamente, ma anche concretamente, poiché sempre più al centro dei racconti delle persone che si rivolgono a me. Non è raro che venga anche acceso e utilizzato durante gli incontri di terapia per leggere le chat che hanno preceduto un incontro dal vivo o come spunto per chiedere come comportarsi di fronte ad alcuni comportamenti della persona conosciuta virtualmente».

Cosa succede quando ci si conosce online che offline non si sperimenta? «Online diventa molto forte il processo di idealizzazione e ci sono diversi “vantaggi” che le persone spesso scoprono e colgono: aumenta la sensazione di intimità e ci si dà una maggiore possibilità di aprirsi, non ci sono limiti di orario e distanza geografica, si ha più tempo per pensare alla risposta da scrivere e si può chattare con più persone contemporaneamente. Inoltre, oggi si tende molto di più a parlare attraverso i pulsanti e le emoji, lo si preferisce rispetto all’esprimere chiaramente le proprie intenzioni e i propri sentimenti. Lo schermo può funzionare come un filtro, una barriera, che fa sentire protetti e più disinibiti nel raccontare di se stessi, riuscendo a rendere persino audaci anche le persone più timide e introverse», chiarisce Spaccarotella.

Le app di dating «da piano B a realtà consolidata» in pochi anni

Un’accelerata al fenomeno è stata data, senza ombra di dubbio, dal coronavirus. «La pandemia ha rappresentato un momento durissimo per le relazioni sociali e interpersonali. Ha cambiato anche il modo di percepire il rapporto col corpo degli altri, un corpo che per un lungo periodo è stato vissuto come una minaccia. Lo stare a distanza però non ha ovviamente spento il bisogno umano di contatto, calore, affetto. Per ovviare alla mancanza della presenza fisica altrui, molte persone si sono dunque rivolte al mondo “virtuale” trascorrendo quindi parecchie ore in chat sui servizi di messaggistica istantanea, sui social e anche sulle app di dating – spiega lo psicologo – praticando lunghe chiacchierate con nuove conoscenze o sperimentandosi in sessioni di sexting. L’impossibilità di vedersi per diversi mesi ha spinto molti a sperimentare nuove forme di relazionalità e le statistiche confermano come molte persone si siano rivolte ad app come Tinder o Meetic per costruire nuovi rapporti».

Ed ecco che, tra pandemia e cambio generazionale, si può affermare che «le app di dating costituiscono ormai una realtà consolidata, sono sempre di più le persone che scelgono di conoscersi online. Se qualche anno fa poteva essere considerato come un “piano B”, o addirittura criticata da alcuni come una conoscenza “di serie B” – conclude Spaccarotella -, oggi queste piattaforme vengono utilizzate trasversalmente da ogni fascia d’età».

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