Antonio Ingroia indagato per peculato. Hotel di lusso e liquidazione d’oro
16/03/2018 di Redazione
L’ex pm antimafia Antonio Ingroia, oggi avvocato e candidato con la “Lista del popolo per la Costituzione” alle Politiche del 4 marzo, è indagato per la gestione di “Sicilia e-Servizi”, società regionale che si occupa dei servizi informatici. Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo gli ha notificato un provvedimento di sequestro di beni per 150mila euro, l’equivalente di quanto avrebbe intascato – secondo gli inquirenti – illegittimamente, durante la sua attività di amministratore unico e di liquidatore della società. A riferirlo è Salvo Palazzolo e Francesco Patané su Repubblica.
Attualmente Ingroia risulterebbe indagato per peculato. Per il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Pierangelo Padova ed Enrico Bologna avrebbe potuto ottenere solo il rimborso dei biglietti aerei nelle trasferte da Roma (sua nuova residenza) verso la Sicilia. In mezzo però figurano rimborsi di tutt’altra natura: stanze di lusso dal Grand hotel Villa Igiea, all’Excelsior, al Centrale Palace hotel. E infine c’è la maxi-indennità di risultato da 117mila euro che Ingroia si è autoassegnato per tre mesi di lavoro come liquidatore della società a capitale pubblico della Regione. Nel 2013 – riporta Repubblica – l’anno contestato, gli utili erano stati di appena 33mila euro, l’anno seguente di 3.800 euro. Il provvedimento di sequestro tocca anche Antonio Chisari, revisore contabile della società che oggi si chiama Sicilia Digitale spa.
Da dove è partita l’inchiesta su Ingroia? Da un articolo comparso sull’Espresso che, nel 2015, si chiedeva come mai ci fossero tutti questi rimborsi a doppia cifra per l’ex pm. Il pezzo era intitolato “Servizi e imbarazzi”.