L’annuncio per receptionist e la richiesta della foto in costume, la denuncia partita dai social del Signor Distruggere
«All'inizio l'assurdità dell'annuncio mi era quasi sfuggita: purtroppo assistiamo alla normalizzazione dell'assurdo»
27/01/2022 di Gianmichele Laino
La situazione, ormai, è esplosa sotto gli occhi di tutti. L’annuncio di lavoro per la receptionist che deve mandare, oltre al suo curriculum, la foto in costume per lavorare in un’azienda del Centro direzionale di Napoli (secondo l’annuncio, la Medial Services) è arrivata fin nei palazzi delle istituzioni. Non è bastata la dichiarazione, rilasciata a Repubblica, dell’azienda che ha imputato l’errore a una dipendente inesperta («si è trattato di un errore di un’impiegata inesperta che non conosceva le policy aziendali sulla parità dei sessi»). Non è bastata nemmeno la rimozione dell’annuncio. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha chiesto all’ispettorato del lavoro di effettuare le opportune verifiche. Ancora una volta, sono stati i social network, però, a puntare per primi i fari su una situazione che è subito sembrata assurda. In modo particolare, l’account Facebook del Signor Distruggere (Vincenzo Maisto) – uno dei più seguiti e influenti in Italia – ha avuto il ruolo fondamentale di portare alla luce quanto stava accadendo in uno degli uffici del Centro direzionale di Napoli.
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Annuncio receptionist in costume, la denuncia social del Signor Distruggere
Per questo abbiamo deciso di parlare con lui, innanzitutto, per capire l’importanza che i social network hanno avuto per far emergere la vicenda e poi per riflettere insieme sul fatto che, ancora una volta, le istituzioni hanno seguito a ruota un fenomeno che, senza il passaparola sulle varie piattaforme web, non sarebbe mai stato segnalato.
«Tutto ciò che pubblico si basa sulle segnalazioni degli utenti, quindi si è trattato di una delle classiche email dei miei follower – dice il Signor Distruggere a Giornalettismo -. Diciamo che avendo avuto modo di leggere di peggio, molto di peggio, l’assurdità dell’annuncio mi era quasi sfuggita. Purtroppo sto assistendo a un processo di normalizzazione dell’assurdo. Una volta un signore cercava una badante per il nonno, ma la badante doveva essere prosperosa e indossare in casa solo delle bretelle».
Il teatro dell’assurdo che, a volte, si palesa senza censure. L’annuncio, riflette il Signor Distruggere, era pubblico e visibile a chiunque su una delle piattaforme che cerca di incrociare le esigenze di chi cerca e di chi offre lavoro. Da qui la scelta di pubblicare anche il nome dell’azienda alla ricerca di questa figura attraverso la selezione con la foto in costume allegata al CV: «L’annuncio era pubblico – spiega -, quindi diretto alla vista di chiunque. Generalmente il materiale pubblico, in particolare se si tratta di annunci di lavoro, tendo a condividerlo proprio così com’è con tanto di link di riferimento».
«Le pagine social molto seguite fungono da megafono»
La vicenda, ora, avrà un ulteriore approfondimento, con l’ispezione del ministero del Lavoro. La domanda è: perché deve arrivare prima la denuncia social da parte di personaggi o pagine molto seguite e solo in un secondo momento le istituzioni si accodano? «Purtroppo – prende atto il Signor Distruggere – le pagine social molto seguite fungono da megafono, una cosa urlata ha una precedenza diversa. Non è giusto, ma oggettivamente è così».
Si diceva che la prima sensazione è stata quella di una sorta di assuefazione all’assurdo. Anche la community della pagina Facebook del Signor Distruggere (fatta da oltre 1 milione e 100mila followers) ha avuto reazioni diverse: «C’è sempre un bel mix di ironia, sarcasmo e sdegno. Anche perché la richiesta della foto non era l’unico problema dell’annuncio. Ricordiamolo: gli annunci in Italia devono, per legge, essere diretti a entrambi i sessi senza distinzioni».