L’annuncio per «avvocatessa single e con tacchi a spillo», l’autore: «Una provocazione»
05/01/2018 di Donato De Sena
«Era una mia provocazione dopo il caso Bellomo». Risponde così al telefono Domenico Giannelli, l’avvocato di Caserta che negli ultimi giorni sul web (sui siti Bakeka e Linkedin) ha pubblicato un annuncio di lavoro per giovani avvocatesse o praticanti avvocatesse indicando tra i vari requisiti anche la «bella presenza», un «vestimento elegante consono» con «tailleur» e «tacchi a spillo» e l’essere «single». A sollevare il caso è stato un articolo di Wired, che ha sottolineato la natura discriminatoria del messaggio dello studio legale, che esclude ad esempio uomini e donne sposate, e che contrasta con le leggi che intendono garantire una parità di accesso alla formazione e alle professioni.
Giannelli, contattato da Giornalettismo al numero indicato nell’annuncio, nega ogni discriminazione: «Ho privilegiato sempre donne, ma non per secondi fini, solo perché mi sono trovato bene con loro per come lavoravano, per un fatto di organizzazione, non per altro». E sul contrasto con le leggi contro le discriminazioni: «Mandando diversi curriculum, di annunci come questi ne ho trovati tantissimi. Il mio ha fatto rumore forse perché accaduto dopo il caso del consigliere Bellomo (il giudice del Consiglio di Stato accusato di molestie da alcune allieve di un corso di formazione, nda). Ripeto: l’ho fatto come forma di provocazione: so bene che ci sono le leggi, le conosco perfettamente».
Un annuncio dell’avvocato su Bakeka è datato 2 gennaio. Un altro su Linkedin è stato postato appena ieri. Alla voce «requisiti richiesti» si legge: «Bella presenza. Vestimento elegante consono a professione legale. Voglia di lavorare in gruppo. Si privilegian donne single. Residenza nelle seguenti zone. Caserta e provincia, Napoli e provincia. Astenersi perditempo e prive di requisiti». A Wired un’esperta ha spiegato che un simile messaggio è vietato perché, nonostante nel codice deontologico degli avvocati non esista una norma specifica sulla discriminazione di genere, ci sono leggi sul lavoro che le impediscono. È il caso della numero 903 del 1977: è vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro a tutti i livelli di gerarchia professionale e per qualsiasi settore o modalità di assunzione. Sono considerate discriminazioni ovviamente anche lo stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza. Uniche eccezioni le mansioni particolarmente pesanti e le attività della moda, dell’arte e dello spettacolo. Insomma, definire sessista l’annuncio dell’avvocato non è certamente un errore, a guardare le leggi. Così come è un errore non considerare uno scivolone il richiamo alla vicenda Bellomo, che alle allieve della sua scuola di formazione per magistrati ‘Diritto e Scienza’ secondo le accuse imponeva non solo regole sull’abbigliamento, ma anche sulla vita privata, sui chili da perdere, sui ragazzi da frequentare.
(Immagine di copertina: screenshot da Bacheca.it)